Stretta su navi Ong è legge, le regole dai porti alla confisca
Stretta su navi Ong è legge, le regole dai porti alla confiscaRoma, 23 feb. (askanews) – La stretta sulle navi delle Organizzazioni non governative che effettuano salvataggi nel Mediterraneo di migranti, con il via libera definitivo dell’Aula del Senato (84 voti a favore e 61 contrari), diventa legge. Il decreto contiene le condizioni cui debbono attenersi le navi per poter svolgere la loro attività, con le nuove regole sull’assegnazione dei porti di sbarco e la previsione di multe salate, oltreché il sequestro e la confisca delle imbarcazioni in caso di violazione.
Tra le novità rientra l’obbligo di richiedere, nell’immediatezza dell’evento, l’assegnazione del porto di sbarco che deve raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso, con la conseguenza di fatto di ostacolare eventuali salvataggi multipli.
L’equipaggio deve informare tempestivamente le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità. Le navi devono inoltre fornire alle autorità gli elementi per la ricostruzione dettagliata dell’operazione di soccorso per verificare che non si sia concorso a creare situazioni di pericolo a bordo né impedito di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco.
La nave che effettua in via sistematica attività di ricerca e soccorso in mare deve operare secondo le certificazioni e i documenti rilasciati dalle competenti autorità dello Stato di bandiera ai fini della sicurezza della navigazione, della prevenzione dell’inquinamento, della certificazione e dell’addestramento del personale marittimo nonché delle condizioni di vita e lavoro a bordo.
Viene modificato anche l’impianto sanzionatorio: “salve le sanzioni penali quando il fatto costituisce reato”, in caso di violazione delle nuove regole si applicano al comandante multe fino a 50mila euro con l’estensione della responsabilità solidale ad armatore e proprietario. Oltre alla sanzione pecuniaria, la nave viene sottoposta a fermo amministrativo per 2 mesi contro cui è previsto il ricorso entro 60 giorni dalla notificazione dello stesso al prefetto, che dovrà pronunciarsi non oltre 20 giorni dal ricevimento dell’istanza.
In caso di “reiterazione della violazione” con l’utilizzo della “medesima nave”, è stata introdotta la sanzione accessoria della “confisca” della nave e “l’organo accertatore procede immediatamente a sequestro cautelare”.
I proventi delle sanzioni sono destinati all’erogazione di contributi in favore dei comuni di confine con altri Paesi europei e dei comuni costieri interessati dalla gestione dei flussi migratori.