Copagri: acqua, ragionare su uso dissalatori in agricoltura
Copagri: acqua, ragionare su uso dissalatori in agricolturaRoma, 9 nov. (askanews) – Ragionare sull’uso dei dissalatori per superare l’emergenza acqua in agricoltura. La proposta arriva dal presidente della Copagri Tommaso Battista, che è intervenuto al convegno “Dissalazione e irrigazione: possibili sinergie?”, organizzato da Utilitalia e svoltosi ad Ecomondo, in corso alla Fiera di Rimini.
“L’agricoltura è il settore produttivo che probabilmente più di qualunque altro è indissolubilmente legato alla disponibilità della risorsa idrica, ma è allo stesso tempo un comparto che, nonostante il grande impegno portato avanti dai produttori agricoli – ha detto Battista – ha ampi margini di miglioramento in materia di utilizzo dell’acqua, sia in termini agronomici, che genetici e di scelte colturali”. “Basti pensare – ha evidenziato Battista – alle molteplici applicazioni legate all’irrigazione di precisione, ma anche e soprattutto alle innumerevoli possibilità offerte dall’innovazione e dalla ricerca applicata all’agricoltura, a partire dalle Tecniche di Evoluzione Assistita-TEA, grazie alle quali si potrebbero coltivare specie vegetali meno idroesigenti che permettano al contempo di mantenere adeguare livelli produttivi”.
Secondo Battista, “la dissalazione dell’acqua marina potrebbe essere un ottimo sistema per recuperare, a costi relativamente contenuti, ingenti quantitativi di risorsa idrica da destinare all’uso potabile, liberando di conseguenza acqua a uso irriguo; si tratta di una strada già perseguita da moltissimi altri paesi, quali Israele e Spagna, con positivi risvolti anche sull’occupazione”. “L’Italia, infatti, che ogni anno preleva dalle falde oltre 9 miliardi di metri cubi di acqua potabile, pari a oltre 400 litri al giorno a persona, sconta una gravissima dispersione della risorsa idrica, causata da una rete colabrodo con perdite medie del 40-50% e con una scarsissima manutenzione; in questo contesto si inseriscono gli effetti del climate change, che potrebbe causare una significativa riduzione della disponibilità di risorse idriche, fino al 40% a livello nazionale e fino al 90% per il Sud Italia nel lungo termine”, ha aggiunto il presidente, ricordando che “l’export agroalimentare dipende per l’83% dalla disponibilità idrica”.