Al Teatro Quarticciolo la fiaba calabrese “Re Pepe” con Dario De Luca
Al Teatro Quarticciolo la fiaba calabrese “Re Pepe” con Dario De LucaRoma, 11 nov. (askanews) – Sabato 11 e domenica 12 novembre al Teatro Biblioteca Quarticciolo Dario De Luca porta – nella riscrittura di Marcello D’Alessandro – la fiaba calabrese “Re Pepe” raccolta da Letterio Di Francia, fine letterato calabrese nato a Palmi nel 1877 e massimo studioso della novella italiana.
Nella restituzione teatrale di questo racconto popolare, che il regista e autore di Scena Verticale ha titolato: “Re Pipuzzu fattu a manu. Melologo calabrese per tre finali”, il dialetto calabrese si mescola con l’italiano, accompagnato dalle sonorizzazioni di Gianfranco De Franco, fatte di soffi in strumenti a fiato, tradizionali e non solo, ed elettronica. Dario De Luca presta corpo e voce a questa storia semplice con echi dell’Oriente e delle “Mille e una notte”, delle storie dei fratelli Grimm e di quelle di Perrault e Basile, ma che ha messo radici tra castagneti e uliveti e che profuma di impasti infornati e ha il rumore assordante delle cicale della nostra terra. Un viaggio che ipnotizzerà lo spettatore accompagnandolo, come in un sogno, in una dimensione magica; uno spazio-tempo fantastico e reale al contempo.
“Le fiabe sono il nostro patrimonio comune, sono la memoria storica dei nostri sentimenti più genuini e primari. Abbiamo voluto cercare le fiabe della nostra Calabria, per provare a leggere meglio la nostra terra partendo dai racconti popolari; per interrogarci su noi stessi e capirci un po’ di più; per poterci raccontare al viaggiatore di domani senza essere oleografici e indulgenti con noi stessi”, ha spiegato De Luca nelle note di regia. “Abbiamo trovato, grazie al lavoro di Letterio Di Francia un patrimonio ricchissimo di storie e intrecci a metà tra il noto e l’ignoto dove ricorrono temi quali il cibo e l’ospitalità o l’andare spersi per il mondo”, ha aggiunto.
“Abbiamo scelto di puntare l’attenzione sulla storia di Re Pepe, fiaba nella quale il vero protagonista non è il re del titolo, ma una donna: una reginetta sicura del fatto suo e capatosta. È a lei che siamo debitori, non solo dell’intreccio della fiaba in questione, ma persino del personaggio che dà il titolo alla fiaba, perché un bel giorno, di fronte all’insistenza del padre perché si trovi finalmente un marito, lei decide di prendere farina e zucchero e di impastarselo con le sue mani. Solo così può essere certa che quello sposo sarà all’altezza delle sue aspettative: giacché, come è noto, di reucci insipidi è pieno il regno delle fiabe”, ha concluso.