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Vino, la Doc Maremma Toscana verso il Contrassegno di Stato

Vino, la Doc Maremma Toscana verso il Contrassegno di StatoMilano, 23 nov. (askanews) – Venerdì 24 novembre alle 10 il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana ha indetto una riunione per affrontare, insieme ad alcuni esperti in materia, la questione del Contrassegno di Stato (la cosiddetta “fascetta”) e spiegare ai produttori della Denominazione tutte le opportunità dietro a questo nuovo corso a cui si sta avvicinando la Doc Maremma Toscana.

La richiesta dell’introduzione del Contrassegno di Stato sulle bottiglie prodotte nella Denominazione arriva dal Cda del Consorzio e verrà discussa durante l’assemblea dei soci che si terrà a inizio 2024. Il Consorzio ha precisato che “la Doc Maremma Toscana, in controtendenza rispetto alle altre Denominazioni della Toscana, sta crescendo, il che pone l’obbligo di metterla al riparo da eventuali speculazioni e da possibili tentativi fraudolenti”. Per questo motivo il Cda del Consorzio ritiene opportuno adottare “un sistema che consenta una migliore tracciabilità del prodotto imbottigliato e un controllo più efficace, con uno strumento, il Contrassegno di Stato, che protegga da eventuali contraffazioni e fornisca anche immediata riconoscibilità e dati certificati e tracciati, dando al consumatore finale certezza e garanzia su ciò che sta acquistando”. Sempre secondo il Consorzio, si tratta di “un passo necessario per una Denominazione in espansione e di cui si andrà così anche a rafforzare la stessa immagine sui mercati, migliorandone il posizionamento, in particolare a livello internazionale dove la ‘fascetta’ è percepita come segno di maggior qualità”.

L’incontro si terrà alle 10 nella Sala Conferenze di Grosseto Sviluppo e parteciperanno, oltre il presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, Francesco Mazzei, il Dg di Valoritalia, Giuseppe Liberatore, il responsabile Contrassegni di Stato Valoritalia, Giovanni Scarabottolo, il funzionario della Zecca dello Stato, Matteo Taglienti, il direttore del Consorzio Tutela Lugana Doc, Edoardo Peduto e Gabriele Cesolini di Vitis. Foto di Federico Giussani