Parlamento Ue: no equiparazione emissioni industriali-allevamenti
Parlamento Ue: no equiparazione emissioni industriali-allevamentiRoma, 29 nov. (askanews) – “Il Parlamento europeo boccia l’equiparazione tra emissioni industriali e allevamenti. Il sistema Italia vince ancora. A testa alta in Europa al fianco degli allevatori italiani”. Così in una nota il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, commenta l’accordo politico provvisorio sulla revisione della direttiva sulle emissioni industriali (IED) e della direttiva sulle discariche di rifiuti e sul nuovo regolamento sul portale delle emissioni industriali raggiunti martedì sera dai negoziatori del Parlamento e del Consiglio.
I colegislatori hanno convenuto di estendere la IED anche agli impianti dell’industria estrattiva (miniere) e ai grandi impianti di produzione di batterie. Per quanto riguarda gli allevamenti di bestiame, invece, le misure IED saranno estese agli allevamenti di suini con più di 350 unità di bestiame (LSU). Sono escluse le aziende che allevano suini in modo estensivo o biologico e all’aperto per un periodo significativo di tempo nell’anno. Per il pollame, si applicherebbe agli allevamenti con galline ovaiole con più di 300 UBA e agli allevamenti con polli da carne con più di 280 UBA. Per le aziende che allevano sia suini che pollame il limite sarà di 380 LSU. La Commissione aveva originariamente proposto una soglia di 150 ULS per tutto il bestiame, compresi i bovini. I colegislatori hanno convenuto di incaricare la Commissione di riesaminare, entro il 31 dicembre 2026, la necessità di un’azione dell’UE per affrontare le emissioni derivanti dall’allevamento di bestiame, compreso quello bovino, nonché una clausola di reciprocità per garantire che i produttori al di fuori dell’UE soddisfino requisiti simili alle norme UE quando si esporta nell’UE.
L’accordo deve ancora essere adottato dal Parlamento e dal Consiglio, dopodiché la nuova legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. Gli Stati membri avranno quindi 22 mesi per conformarsi a questa direttiva.