L’Europarlamento approva il regolamento sulle materie prime strategiche
L’Europarlamento approva il regolamento sulle materie prime strategicheBruxelles, 12 dic. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato definitivamente, oggi a Strasburgo, con 549 voti favorevoli, 43 contrari e 24 astensioni, l’accordo raggiunto a metà novembre con il Consiglio Ue sulla proposta di regolamento sulle “materie prime critiche”.
Il regolamento contiene una serie di misure per garantire l’accesso dell’Ue a un approvvigionamento sicuro, diversificato, sostenibile e con prezzi ragionevoli di materie prime critiche, che è essenziale per la competitività dell’economia europea, e in particolare per le industrie verdi e digitali (per le auto elettriche, i pannelli solari e gli smartphone, ad esempio), per la difesa e per il settore aerospaziale. La legislazione mira a istituire incentivi economici e un quadro imprenditoriale più stabile e sicuro per i progetti sia di estrazione che riciclaggio delle materie prime, con procedure di autorizzazione più rapide e semplici.
Il testo definitivo, che dovrà ora essere approvato anche dal Consiglio Ue prima di poter entrare in vigore, mantiene gli obiettivi generali della proposta originaria presentata dalla Commissione il 16 marzo scorso, ma ne rafforza diversi elementi: include l’alluminio nell’elenco dei materiali strategici critici, rafforza gli obiettivi del loro riciclaggio, chiarisce e semplifica le procedure di autorizzazione per i progetti strategici e richiede alle aziende interessate di eseguire una valutazione del rischio della catena di approvvigionamento per le materie prime strategiche. Come nella proposta della Commissione, il testo definitivo mantiene l’elenco di materie prime classificate come “critiche” (34 in totale), e la lista di materie prime critiche definite anche “strategiche” (17, con l’aggiunta dell’alluminio che non era presente nella proposta originaria). Inoltre, il testo adottato definisce “strategica” anche la grafite sintetica (oltre alla grafite naturale già presente nell’elenco), per un periodo di tre anni, fino a quando la Commissione non effettuerà la prima revisione della lista.
Il testo fissa diversi obiettivi strategici a medio termine: l’Ue dovrà avere la capacità di estrarre il 10%, trasformare il 40% e riciclare il 25% (nella proposta originaria della Commissione era il 15%) del suo consumo annuo di materie prime strategiche entro il 2030. L’Unione dovrà inoltre diversificare le proprie importazioni, in modo da non fare affidamento su un’unica fonte di approvvigionamento per più del 65% del suo consumo di materie prime strategiche. Al fine di raggiungere questi obiettivi, il regolamento prevede una procedura di autorizzazione rapida e semplificata per i progetti di estrazione strategici in seno all’Ue, che dovranno essere gestiti da un unico “punto di contatto” nazionale. Verranno unificati anche i tempi delle procedure di autorizzazione. La durata totale del processo di concessione delle autorizzazioni non dovrà superare i 27 mesi per i progetti di estrazione e i 15 mesi per i progetti di trasformazione e riciclaggio.
Mentre la prima fase della valutazione di impatto ambientale (la stesura della relazione che deve essere presentata dal promotore) non sarà inclusa nella tempistica per l’approvazione del progetto, la consultazione pubblica necessaria per la valutazione sarà parte della durata totale del processo di autorizzazione. Il testo prevede, infine, che 18 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento la Commissione presenti una relazione sul consumo stimato di ciascuna materia prima critica per i prossimi tre decenni. Durante i negoziati con il Consiglio Ue, l’apporto del Parlamento europeo si è focalizzato soprattutto su una maggiore attenzione alla produzione e all’incremento di materiali alternativi che possano sostituire le materie prime strategiche, sulla definizione di obiettivi per favorire l’estrazione delle materie prime più strategiche dai prodotti di scarto, e sulla necessità di ridurre la burocrazia per le imprese, in particolare per le piccole e medie imprese (Pmi). Gli eurodeputati hanno inoltre insistito sull’importanza di partenariati strategici di lungo termine con i paesi terzi, al fine di diversificare l’approvvigionamento per l’Ue di materie prime critiche, con vantaggi reciproci. Questi partenariati garantiranno nei paesi terzi coinvolti trasferimenti di conoscenze e tecnologie, la formazione e il miglioramento delle competenze per i nuovi posti di lavoro, migliori condizioni di lavoro e di reddito, nonché l’applicazione dei migliori standard ecologici per l’estrazione e la lavorazione delle materie prime.