La cucina italiana candidata a patrimonio Unesco vola in orbita
La cucina italiana candidata a patrimonio Unesco vola in orbitaWashington, 14 dic. (askanews) – La cucina italiana candidata a Patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco vola nello Spazio con la missione commerciale Ax-3 – ribattezzata Voluntas dall’Aeronautica Militare – e affidata dalla Difesa italiana all’astronauta Walter Villadei, Colonnello dell’Arma azzurra.
Dopo il tiramisù di Parmitano, il risotto di Nespoli e il caffé espresso della Cristoforetti, sull’ISS è, dunque, la volta dei fusilli di Villadei. E non è uno scherzo perché, grazie alla collaborazione tra il Ministero dell’Agricoltura, l’Aeronautica Militare, Axiom.
Space e aziende italiane come Barilla e Pastificio Rana (i cui cuochi prepareranno i pasti durante la quarantena degli astronauti), sulla Stazione Spaziale si mangerà proprio la pastasciutta, come ha specificato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a Washington, all’evento Italian Space Food Project. “Questa missione – ha detto – ha lo scopo di valorizzare ancora questa candidatura, arriverà nello Spazio il nostro buon cibo. Il colonnello Villadei e gli altri 3 astronauti non vedono l’ora di farsi chiudere quarantena perché non vedono l’ora di assaggiare i piatti preparati dalla nostra cuoca. In tutto il mondo racconteremo, attraverso la cucina italiana, quello che l’Italia ha da offrire legandoci a tutte le nostre imprese, a tutte le nostre potenzialità e lavorando, come al solito, per il benessere complessivo degli altri ma anche dei nostri imprenditori e della nostra economia”.
Cucinare la pasta in orbita non è solo una questione di gusto ma anche tecnologica e lo ha sottolineato lo stesso Villadei. “L’ebollizione dell’acqua in microgravità, in quelle condizioni – ha spiegato – è un fenomeno completamente differente. Quindi riuscire a partire da quelle che sono le procedure attuali per la preparazione del cibo, ipotizzando che, un domani, volessimo avere una cucina un po’ più tradizionale per consentire agli astronauti di preparare una varietà di cibi più articolata, questo richiede uno sviluppo tecnologico innovativo e questo sviluppo tecnologico può indubbiamente avere un ritorno anche sulla Terra”.