Yen perde terreno dopo decisione BoJ di tenere tassi invariati
Yen perde terreno dopo decisione BoJ di tenere tassi invariatiRoma, 19 dic. (askanews) – La decisione della Banca del Giappone (BoJ) di lasciare oggi invariati i suoi tassi d’interesse, deludendo così coloro che avevano scommesso sulla fine della politica ultra-espansiva dell’istituto d’emissione della valuta nipponica e un riallineamento al trend delle principali banche centrali dei paesi più ricchi, ha avuto come ripercussione un ulteriore indebolimento dello yen.
Nel momento di picco negativo, lo yen è sceso a 144,70 rispetto al dollaro, da circa 142, per poi attestarsi attorno a quota 144,20. Nella sua dichiarazione politica rilasciata dopo una riunione del consiglio di due giorni, la BOJ ha mantenuto una linea che indica la sua propensione per una politica monetaria lasca, nonostante le pressioni inflzionistiche. La BOJ “continuerà ad espandere la base monetaria fino a quando il tasso di aumento su base annua dell’indice dei prezzi al consumo osservato supererà il 2% e rimarrà stabile al di sopra dell’obiettivo”, si legge nella dichiarazione finale della riunione del suo Consiglio monetario.
Prima della riunione, gli analisti si attendevano che la BOJ avrebbe preparato i mercati per un cambiamento di politica nella prossima riunione prevista per il 22-23 gennaio, ma le dichiarazioni nella seguente conferenza stampa del governatore Kazuo Ueda non sembrano suggerire la possibilità di una mossa del genere. Ueda ha affermato che ci sono più segnali positivi sul fronte inflazionistico, indicando che i prezzi dei servizi stanno aumentando a un ritmo costante, mentre l’inflazione primaria sembra aver raggiunto il picco e rallenta l’inflazione alimentare.
“La maggior parte dei membri del consiglio di politica monetaria ritiene che sia necessario osservare la situazione ancora per un po’” ha spiegato. I tassi a breve termine saranno resterà negato, -0,1% come prima, mentre il rendimento dei titoli di stato giapponesi a 10 anni (JGB) sarà gestito con un limite superiore dell’1,0% come punto di riferimento, in linea con quanto deciso dalla BOJ a Ottobre. La politica, nota come controllo della curva dei rendimenti, è in vigore dal 2016.
La riunione è venuta dopo che la Federal Reserve Usa ha segnalato, pur mantenendo i tassi fermi, la fine della politica monetaria aggressiva, suggerendo che ci saranno tagli dei tassi nel 2024. La Banca centrale europea, dal canto suo, ha suggerito che seguirà una linea prudente. L’ampliamento del divario tra i tassi di interesse Usa e Giappone ha fatto scendere lo yen di quasi un quarto del suo valore rispetto al dollaro negli ultimi due anni, alimentando l’inflazione interna e creando problemi al consenso anche per il governo del primo ministro Fumio Kishida. Nell’ultimo mese, la pressione sulla BOJ si è leggermente allentata poiché lo yen è salito di quasi l’8% rispetto al dollaro in previsione di una riduzione del divario di interesse nel prossimo anno. Ma resta forte nella BoJ la spinta a proseguire nell’annosa lotta alla deflazione, che ha spinto l’istituto centrale nipponico ad adottare una linea ultra-espansiva onde collocare l’inflazione a un livello superiore al 2% in maniera costante.