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90 anni di Illy: “Il sogno è ancora di offrire al mondo il miglior caffè”

90 anni di Illy: “Il sogno è ancora di offrire al mondo il miglior caffè”Trieste, 20 dic. (askanews) – “Francesco Illy nel 1933 fonda la illycaffè col sogno per portare il miglior caffè nel mondo. Sembra facile a dirsi, ma c’è ancora qualcosa da fare. E da allora abbiamo seguito questo sogno”. Il presidente Andrea Illy festeggia i 90 anni dell’azienda di famiglia nel quartier generale a Trieste, dove, “affondano le radici” dell’azienda, dove direttamente o indirettamente, oggi lavorano 800 persone e da dove il caffè illy parte per oltre 140 Paesi nei 5 Continenti. Oltre alle istituzioni locali a brindare, c’era la sorella Anna, con cui oggi detiene l’80% della cassaforte di famiglia che controlla il gruppo illy, e l’amministratrice delegata, Cristina Scocchia.

Nel suo intervento si sofferma sulle sfide che la natura di azienda familiare ha riservato in questi anni e sui cambiamenti fatti per crescere. “Siamo così grazie al fatto di essere un’azienda familiare un po’ particolare: abbiamo sposato in anni recenti, un modello che chiamiamo world-class organization, cioè un’azienda, sì familiare, nella sua filosofia imprenditoriale, nei suoi valori, nei suoi saperi che si tramandano, ma una a conduzione professionale. Questo perché le aziende hanno il diritto e il dovere di crescere, coinvolgendo un numero sempre più importante di portatori di interesse, in inglese, gli stakeholders. Siamo un modello di stakeholder company”. Non a caso ad applaudire nella sede di Trieste c’era anche Robert Agostinelli, co-fondatore e presidente di Rhône group, che dal 2021 detiene una quota del 20% del capitale di illycaffè: “Questo modello, world class organization, ci ha portato di recente a fare una scelta importante, che è quella dell’apertura del capitale. Ringrazio Robert Agostinelli, il fondatore del fondo Rhone: tutto questo ci serve per non essere autoreferenziali. Molto spesso si tende a confondere le priorità e bisogna mettere davanti l’azienda e i consumatori rispetto alle prerogative della famiglia. Ci crediamo molto, al punto di decidere di aprire il capitale”.

Ma nelle parole di Andrea Illy c’è anche spazio per parlare di futuro, un futuro che non può prescindere dalla sostenibilità. “Per noi del caffè il cambiamento climatico è una minaccia esistenziale – ha detto – Più del 50% delle terre oggi coltivate a caffè non saranno più coltivabili nel 2050, e bisogna correre per trovare dei rimedi. Noi abbiamo iniziato un percorso con l’agricoltura rigenerativa, una pratica agronomica che consente di rafforzare il suolo, nutrito con il suo microbiota e lo rende più idratato. Per noi il futuro dell’agricoltura rigenerativa significa che già oggi, a distanza di 4 anni, più del 70% degli agricoltori che ci vendono il caffè utilizza queste pratiche generative e un mese fa abbiamo lanciato il primo caffè certificato rigenerativo al mondo che ha rappresentato per noi una sorpresa incredibile: il Premio Ernesto Illy, che diamo ai primi classificati delle nove origini del nostro blend, il primo dei primi è stato un caffè brasiliano rigenerativo”. Sostenibilità che è anche responsabilità sociale quando si parla di caffè. “Ci sono 25 milioni di famiglie che producono il caffè in una cinquantina di Paesi: con l’eccezione del Brasile, sono persone che hanno un reddito medio di circa 300 dollari all’anno, ben al di sotto della soglia di povertà e noi non possiamo eticamente come famiglia, management, comunità, tollerare che ci sia benessere per chi consuma caffè, senza dare in cambio opportunità di sviluppo a chi lo produce. E’ ovvio che queste prospettive sarebbero flagellate se noi lasciassimo che l’ambiente li privasse anche di questa piccola parte di agricoltura. Bisogna quindi far sì di lanciare letteralmente il caffè da Trieste nel resto del mondo, affinché se ne consumi di più, lo si paghi più caro e si possa portare maggiore benessere nelle comunità che lo coltivano”.