Sanità, Grillo: riformare la società per migliorare la salute
Sanità, Grillo: riformare la società per migliorare la saluteMilano, 8 gen. (askanews) – “Dobbiamo separare sanità e salute: la salute è la politica, non possiamo dare al medico la responsabilità di salvare la vita alle persone se le persone non hanno la coscienza e la cognizione del proprio corpo e della propria situazione perchè vivono una vita misera e povera. Questa differenziazione tra ricco e povero è la chiave di tutto, la chiave della politica”. Lo afferma Beppe Grillo, fondatore del MoVimento Cinque Stelle, in un video sui social in cui affronta l’argomento sanità partendo dal suo ricovero nell’ospedale di Cecina.
Per Grillo “bisogna riformare la società per riformare la sanità. I poveri mangiano peggio, respirano peggio, vivono in ambienti insalubri, e quindi si ammalano di più e costano di più alla sanità: ci conviene anche da un punto di vista economioco oltre che umano portare i poveri verso la ricchezza. La distribuzione della ricchezza va a poche persone e la salute va a poche persone che si possono permettere una qualità della vita. Bisogna togliere questa grande differenza con un reddito di base, un lavoro, un ambiente salubre: lì c’è dentro tutto. E bisogna intervenire sulla società: la mobilità, quello che mangi, quello che bevi, quello che respiri. Sarebbe uno spreco economico pazzesco non intervenire sulla povertà. La differenza di 20 anni nella aspettativa di vita una volta era tra Europa e Africa, ora è tra un quartiere della periferia e il centro della stessa città. Non è solo questione di soldi: gli Usa investono il doppio o il triplo dell’Europa ma sono al 50esimo posto per mortalità infantile, hanno problemi di obesità, di colesterolo, sono indietro rispetto a nazioni come Costarica o Cuba che hanno pochissimo reddito ma una grande qualità della vita. Non è la classe media che deve intervenire ma la classe di chi deve progettare la società di domani”. Quanto alla sua esperienza in quello che chiama “l’ospedalino di Cecina”, Grillo parla di “una esperienza molto positiva, in Pronto soccorso ho visto tutti affannarsi e lavorare in modo strepitoso per poi essere trattato come tutti gli altri in una corsia in cui ero il più giovane, 75 anni. Lavorare in quelle condizioni per un medico o infermiere capisco che sia molto difficoltoso. Poi mi hanno trovato una cameretta di Medicina al primo piano per farmi stare più tranquillo: era quella mortuaria, non stava morendo nessuno mi hanno agevolato… sono stato bene, mi han fatto le analisi, sto bene, non è un problema. Ma ho potuto constatare da dentro come vivono i pronto soccorsi. L’80 per cento sono malati da medico curante, da medico di base; la paura dei medici e quindi l’eccesso di diagnostica e questo incide per il 50% sui costi della sanità, metà degli esami che facciamo non servono a nulla: il paziente vuole più esami e il medico glieli dà anche per depistare la propria responsabilità penale, non si sa mai. Poi c’è l’invecchiamento della popolazione, l’anziano nell’ultima settimana costa come tutta la sua vita”.