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Suicidio assistito, pdl popolare arriva anche in Lombardia

Suicidio assistito, pdl popolare arriva anche in LombardiaMilano, 17 gen. (askanews) – Grazie a 8.181 firme raccolte in Lombardia (la soglia minima era di 5.000) l’Associazione Luca Coscioni fa approdare anche al vaglio del Consiglio regionale lombardo la proposta di legge popolare sul fine vita bocciata ieri dall’assemblea regionale veneta. Il testo definisce tempistiche e procedure per l’accesso alla morte volontaria assistita in Italia, sulla base della sentenza Cappato/Antoniani della Consulta. Ieri in Veneto la proposta ha ottenuto 25 voti a favore contro 22.

I promotori della proposta di legge regionale si sono dati appuntamento alle 10, di fronte all’Auditorium Giorgio Gaber del Pirellone in piazza Duca D’Aosta, per poi partire con un piccolo corteo verso il Consiglio regionale lombardo in via Fabio Filzi. Seguirà una conferenza stampa durante la quale interverranno Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni; Cristiana Zerosi, Coordinatrice del Comitato promotore “Liberi Subito” in Lombardia; i consiglieri regionali e comunali e tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta delle firme sostenendo l’iniziativa, resa possibile grazie al coordinamento delle 9 Cellule Coscioni presenti in Lombardia (Adda Martesana, Brescia, Cremona, Lainate, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Varese) La Lombardia è la dodicesima Regione a depositare le firme raccolte per portare in Consiglio la proposta di legge per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. Sono 3.000 le firme raccolte solo nella provincia di Milano, 2.000 a Brescia e quasi un migliaio a Monza e Brianza così come a Bergamo (dove ha firmato anche il sindaco Giorgio Gori).

Una volta depositate le firme, gli uffici verificheranno la loro validità (ogni firma deve essere raccolta su moduli cartacei forniti da Regione Lombardia in presenza di un autenticatore, e successivamente abbinata al certificato elettorale del firmatario). A quel punto la proposta di legge passerà direttamente al vaglio dell’ufficio di Presidenza che ne voterà l’ammissibilità per poi eventualmente portarne la discussione in aula.