Lollobrigida: pronti a investire sulla ristorazione autentica
Lollobrigida: pronti a investire sulla ristorazione autenticaMilano, 7 mar. (askanews) – Il made in Italy agroalimentare può crescere solo se fa squadra: ne sono convinti tutti, dal ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida fino ai ristoratori che sono coloro che portano attraverso i propri piatti il meglio della nostra produzione sulle tavole italiane e del mondo. Il tema è stato al centro della seconda giornata di Futura l’evento organizzato a Cavalese in provincia di Trento dall’associazione Ambasciatori del gusto.
“Noi potremo imporci sui mercati non con la quantità ma con il valore aggiunto di cui siamo capaci – ha detto Lollobrigida – Quel valore aggiunto è quello che dobbiamo difendere. Come? Noi siamo la nazione dei Comuni, delle differenze, dei piccoli e medi imprenditori che spesso hanno immaginato la concorrenza col proprio vicino, con il comune di fianco. Ma non avevano percepito che in epoca di globalizzazione occorre una visione più ampia, e quindi quello che serve non solo per difenderci ma per valorizzare il potenziale unico della nostra nazione è fare sistema. È di questo che ha bisogno il brand Italia che è il più affermato in questo settore”.
E la ristorazione in questo gioca un ruolo chiave, di promozione e diffusione delle nostre materie prime agroalimentari. Proprio per sostenere il comparto il ministro ha confermato che è già pronto il documento per “distribuire 72 milioni di euro di fondi”. “Noi siamo pronti e vogliamo investire sul sistema Italia” ha detto annunciando un modello “che difenda la ristorazione autentica che significa raccontare questo valore aggiunto attraverso un marchio e un disciplinare che il governo può dare dopo averli costruiti con operatori di sistema, giornalisti esperti, ambasciatori del gusto, chef ed enologi. È un modello di ristorazione che deve corrispondere al modello Italia”. Un modello che porta avanti quello “di una collega pugliese, la Bellanova perché penso che non ci sarebbe nulla di male se i ristoranti italiani avessero un riconoscimento come quelli giapponesi”. Non solo “anche i nostri ambasciatori devono avere un riconoscimento come nel modello francese”. E qui imprescindibile è il tema della formazione partendo dagli istituti alberghieri con cui “faremo una convenzione come già abbiamo fatto con gli istituti agrari” per proseguire nel progetto di valorizzazione di quello che è uno dei comparti chiave della nostra economia – 60 miliardi solo l’export nel 2022 – ma anche estremamente copiato visto che il danno derivante dall’italian sounding ci costa circa 120 miliardi.
Le parole del ministro sono state apprezzate dagli ambasciatori del gusto – il cui simbolo non a caso sono tre uomini che infornano insieme una pagnotta di pane a simboleggiare il bisogno di fare sistema – che da tempo lavorano per mantenere un dialogo aperto con la politica, e il ministero nello specifico, per dare supporto concreto alla ristorazione. “Da tempo vorremmo che il ministero creasse un ufficio direzionale che possa parlare con la ristorazione – ha ricordato il direttore generale dell’associazione Gianluca De Cristofaro – Questo è un settore che ha una rappresentanza molto frammentata e il covid ha messo a nudo questo limite. Noi per questo abbiamo realizzato il progetto Fare rete che ha riunito 30 associazioni per oltre 100mila partite Iva: era la prima volta che in Italia tutte le associazioni parlavano a una sola voce. Passato il periodo pandemico si è di nuovo riproposta questa criticità ma come Ambasciatori vogliamo continuare a parlare alla politica non fare politica nel tentativo di allargare la base e fare un’azione comune”.