Roma attende protesta agricoltori tra trattori e manifestazioni
Roma attende protesta agricoltori tra trattori e manifestazioniRoma, 14 feb. (askanews) – Agricoltori protagonisti domani a Roma con tre diverse manifestazioni in centro: alle 9 al Colosseo con la presenza simbolica di due trattori durante la lettura dei punti programmatici della piattaforma, alle 12 in piazza del Campidoglio e alle 15 al Circo Massimo. I primi due eventi sono firmati da Altragricoltura e dal movimento il Popolo Produttivo che, con il claim #TELODOIOILMADEINITALY, porteranno in piazza, non solo gli agricoltori ma anche realtà sociali di diversi settori produttivi colpiti dalla crisi: agricoltori, allevatori, artigiani, pescatori, ambulanti, balneari, Partite Iva, piccole e medie imprese non solo dell’agroalimentare.
Hanno annunciato la propria partecipazione che gli aderenti a TNI Ristoratori Italia, con delegazioni in arrivo su Roma da Lombardia, Toscana e Lazio. Stamattina, intorno alle 4.30, cento trattori sono partiti dal Casertano al confine con il Lazio e sono arrivati nelle aree gestite dalla Cooperativa Agricoltura Nuova in Via Castel di Leva 371, nei pressi del Santuario del Divino Amore, a Roma. Qui i trattori resteranno in presidio durante la manifestazione di domani. Alla manifestazione al Circo Massimo, organizzata dal Cra, i Comitati riuniti agricoli, con appuntamento in piazzale Ugo La Malfa, è prevista secondo gli organizzatori la presenza di circa 20.000 persone. Oltre a 10 trattori che raggiungeranno il centro dai presìdi occupati alla periferia di Roma percorrendo un itinerario concordato con le Forze di Polizia.
Si sono, invece, smarcati dalla manifestazione del Circo Massimo gli aderenti a Riscatto Agricolo, che sono stati in presidio a Roma sulla Nomentana per diversi giorni e che lunedì 12 febbraio al Masaf hanno incontrato il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio La Pietra, definendosi soddisfatti. Il sottosegretario ha infatti annunciato al termine dell’incontro che, nelle prossime settimane il Governo aprirà un confronto con le Regioni e le organizzazioni agricole per individuare le filiere cui destinare i primi interventi di sostegno, oltre a lavorare a una “organica riforma del sistema assicurativo, così da abbassare i costi delle polizze assicurative per gli agricoltori, ampliare la platea degli assicurati e sostenere gli agricoltori contro i rischi catastrofali”. Ma cosa vogliono ottenere gli agricoltori e cosa hanno già ottenuto? Innanzitutto chiedono che il Governo italiano apra uno spazio di confronto sulla crisi e le misure urgenti da prendere. Poi, che a livello europeo si eviti l’import di prodotti da paesi terzi che non rispettano le normative europee creando una concorrenza sleale a prezzi ribassati grazie ad accordi internazionali e bilaterali e che cessi l’obbligo europeo di mettere i terreni a riposo per il 4% delle superfici agricole.
Dal Governo italiano hanno già ottenuto, intanto, per due anni il ripristino dell’esenzione dell’Irpef agricola e dominicale per i redditi fino a 10.000 euro, e la riduzione del 50% dell’importo per i redditi tra i 10.000 e i 15.000 euro. Una misura di cui beneficeranno in modo totale 9 aziende agricole su 10, pari a 387mila aziende agricole, mentre altre 20mila vedranno l’imposta dimezzata, secondo le ultime stime di Coldiretti su dati Inps. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha anche istituito un tavolo tecnico permanente sulla Pac. E ha annunciato il rafforzamento dei controlli contro le importazioni extraeuropee.
Sul fronte europeo, gli agricoltori, dopo che le manifestazioni di protesta arrivate anche Bruxelles, hanno raggiunto una piccola conquista sui terreni a riposo, visto che oggi è entrato in vigore il Regolamento addottato ufficialmente dalla Commissione Europea che ha concesso un’esenzione parziale dalla regola della condizionalità sui terreni incolti. La deroga si applicherà retroattivamente dal primo gennaio per un anno, ovvero fino al 31 dicembre 2024. Ma gli agricoltori italiani, quelli europei e anche le organizzazioni sindacali chiedono che l’obbligo sia cancellato per sempre. Ancora, forse più importante della deroga sui terreni a riposo, è il ritiro da parte della Commissione Ue della proposta di regolamento Sur, che prevedeva il dimezzamento dell’uso dei fitofarmaci entro il 2030 e una riduzione del 65% di quelli considerati più pericolosi.