Cia Toscana: da campo a tavola ad agricoltore va meno del 20%
Cia Toscana: da campo a tavola ad agricoltore va meno del 20%Roma, 21 feb. (askanews) – Un finocchio partito dalla campagna toscana porta nelle tasche dell’agricoltore solo 35 centesimi, pari a meno del 20% di quanto il consumatore lo acquista confezionato negli scaffali della Grande distribuzione organizzata, ovvero 1,78 euro al kg. Il cavolfiore viene pagato 50 centesimi al kg e venduto a 1,48 euro/kg dalla Gdo (circa il 33%). Dati che riguardano l’intera produzione orticola: il valore della produzione è diminuito di 20-30 centesimi: il radicchio 15 centesimi, le cime di rapa non arrivano a 30 centesimi. Insomma, sul prezzo finale, il consumatore paga più per il confezionamento che per il prodotto agricolo. E, in molti casi, produrre non conviene più, perché c’è anche chi produce in perdita.
Sono i risultati di una analisi effettuata dalla Cia Agricoltori Italiani della Toscana: “dal campo al prodotto che finisce in tavola c’è un abisso di prezzo. Ed anche se il consumatore finale è disposto ad acquistare il prodotto ad un prezzo maggiore, quella differenza che inizia con la coltivazione e finisce alla Grande distribuzione non va di certo in tasca all’agricoltore”, spiega l’associazione agricola. “E’ urgente che la politica e le istituzioni, insieme agli agricoltori – sottolinea il presidente di Cia Toscana, Valentino Berni – trovino soluzioni per accrescere il peso economico e la forza negoziale del settore, incentivarne il ruolo e il presidio ambientale, mettere l’agricoltura al centro dei processi di sviluppo delle aree interne, salvaguardare i servizi e le attività sociali, cruciali per i territori rurali, e consolidare la crescita dell’export agroalimentare Made in Tuscany. Bisogna dare più valore alle nostre produzioni toscane, a partire dalla Gdo”.
Di fatto “non è possibile che un olio extravergine d’oliva toscano, dopo essere stato messo sullo scaffale a 8,30 euro al litro, passi al sottocosto a 5,30 euro. Così muore l’agricoltura toscana fatta di medio-piccole aziende agricole”, spiega Berni.