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Da Vino Sapiens a Roma una masterclass sui Piwi con Marco Stefanini

Da Vino Sapiens a Roma una masterclass sui Piwi con Marco StefaniniMilano, 13 mar. (askanews) – Venerdì 15 marzo il presidente di Piwi Italia, Marco Stefanini, sarà l’ospite della prima serata di una serie di incontri per approfondire gli aspetti legati alla sostenibilità vitivinicola organizzati dall’enoteca Vino Sapiens nella sua sala degustazione in via dei Virgulti 44 a Roma.



Stefanini parlerà dei risultati della ricerca sulle varietà resistenti, dai primi tentativi di incroci sino alla recente iscrizione all’albo delle varietà adatte alla vinificazione di nuovi vitigni di brevetto tutto italiano. Durante la serata verranno inoltre degustate “alla cieca” sette etichette di vini tra uve da varietà resistenti e uve tradizionali e note, “per verificare senza pregiudizi il livello qualitativo raggiunto anche da queste vinificazioni ormai non più sperimentali”. Incroci tra vinifere europee e altre viti di origini americana e/o asiatica, i vitigni Piwi “possono difendersi da sole dalle principali malattie della vite, come oidio e peronospora, grazie ai geni che conferiscono loro un’alta resistenza alle malattie funginee e consentono una significativa riduzione dell’uso dei pesticidi”. Oggi circa lo 0,5% della viticoltura italiana è fatta con varietà Piwi, “un fenomeno in decisa crescita sia in termini di produttori e vini in commercio, che di regioni che ne autorizzano la coltivazione”. Attualmente il Registro nazionale delle varietà di vite ospita circa 600 varietà di Vitis vinifera e 36 Varietà di vitigni resistenti, delle circa 100 presenti a livello mondiale.


“Con questo ciclo di incontri, Vino Sapiens si propone di offrire a giornalisti, operatori del settore e appassionati la possibilità di approfondire la conoscenza di un ambito della ricerca e della viticoltura in fermento negli ultimi anni” ha spiegato Costantina Vocino, founder di “Vino Sapiens” wine shop specializzato nella “divulgazione e vendita di vini fuori dagli schemi”, sottolineando che “relativamente alle varietà naturalmente resistenti alle malattie fungine si registra talvolta confusione e incertezza, accanto a pregiudizi dovuti, per lo più, a una non completa informazione”.