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Piena protezione per Grappa e Brandy italiano in Nuova Zelanda

Piena protezione per Grappa e Brandy italiano in Nuova ZelandaRoma, 27 mar. (askanews) – Lo scorso 25 marzo la Nuova Zelanda ha notificato all’Unione Europea la ratifica dall’accordo di libero scambio, le cui discussioni sono sul tavolo da anni, e che lo scorso novembre avevano visto l’adesione dell’UE. Nel nuovo Free Trade Agreement, che entrerà in vigore il prossimo primo maggio, è inclusa la piena protezione di bevande spiritose a indicazione geografica compresi il Brandy Italiano, la Grappa e tutte le Grappe territoriali ad IG: tali denominazioni saranno ora riservate alle acquaviti tricolore anche in Nuova Zelanda.



Lo rende noto AssoDistil, che ha collaborato con le Istituzioni per raggiungere la massima protezione per i distillati ad IG nazionali. “Siamo particolarmente orgogliosi dell’esito raggiunto – spiega in una nota Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Acquaviti e Liquori di AssoDistil – in quanto il nostro intervento ha evitato che la denominazione Grappa potesse essere utilizzata senza scadenze temporali per un distillato prodotto in Nuova Zelanda, come inizialmente previsto dalla bozza di accordo”. A differenza, infatti, di altri prodotti a denominazione protetta, come il Parmigiano Reggiano, per i quali è valso il principio del ‘grandfathering’ per cui tali denominazioni potranno essere utilizzate senza limiti temporali da chi già le usava, per la Grappa è stato ottenuto un periodo di phasing out di 5 anni, durante il quale chi ha utilizzato continuativamente tale nome dovrà gradualmente dismetterlo, a tutto vantaggio dei produttori italiani.


Seppur piccolo e distante, la Nuova Zelanda diventa così un mercato promettente per la Grappa ed il Brandy italiano, sui cui i produttori italiani potranno ora puntare facendo perno sull’uso esclusivo della denominazione.