Abitare la Luna, all’Asi focus su ricerca in biomedicina spaziale
Abitare la Luna, all’Asi focus su ricerca in biomedicina spaziale
15-17 marzo. Cosmo (Asi): pronti a contribuire a prossime missioni
Roma, 15 mar. (askanews) – Effetti della microgravità sui muscoli, sulle ossa, sull’apparato riproduttivo, sul cervello; conseguenze dell’esposizione alle radiazioni cosmiche ma anche utilizzo delle radiazioni per lo screening di patogeni; rigenerazione dei tessuti nello spazio; stampa 3D di tessuti biologici; utilizzo dei raggi ultravioletti per la disinfezione di ambienti. Sono solo alcuni dei temi affrontati durante il simposio “Biomedicina spaziale per le future missioni di esplorazione umana dello spazio: a call to action” organizzato dall’Agenzia spaziale italiana nella sua sede a Roma.
La tre giorni, che si è aperta oggi e si concluderà il 17 marzo, vede la presenza di oltre 150 tra esponenti di università, enti di ricerca e imprese (e altrettanti collegati da remoto) che presenteranno i risultati dei loro studi e anche i progetti in corso per rispondere alla prossima sfida che attende l’umanità: andare sulla Luna per restarci.
Non manca poi molto. Il successo della missione senza astronauti della capsula Orion – prima tappa del programma lunare Artemis della Nasa – che a novembre ha orbitato intorno alla Luna per rientrare 25 giorni dopo sulla Terra, ha segnato una tappa importante del viaggio che porterà prima gli astronauti a bordo di Orion, quindi alla realizzazione del Lunar Gateway, la stazione spaziale cislunare, e infine all’arrivo di astronaute e astronauti sul suolo del nostro satellite naturale, con l’obiettivo di costruire basi permanenti da cui in futuro partire per raggiungere Marte.
“L’evoluzione ci ha reso animali terrestri e ora, in breve tempo, vogliamo diventare animali lunari e quindi dobbiamo capire come il nostro organismo reagisce a tutta una serie di stimoli e di fattori esterni che non sperimentiamo sulla Terra”, dichiara ad askanews Mario Cosmo, responsabile della Direzione Scienza e Ricerca dell’Agenzia spaziale italiana che coordina il simposio.
“La biomedicina spaziale – spiega Cosmo – coinvolge diverse discipline in quanto tocca molteplici aspetti e lo si vede anche dai contributi che saranno presentati, che non vengono solo dall’ambito medico ma, ad esempio, dall’astronomia, dalla fisica. Si parlerà di corretta nutrizione, di coltivazione di piante e verdure, di radiazioni, non solo nel loro aspetto nocivo per l’organismo ma anche come possibile elemento da sfruttare per la disinfezione degli habitat, di colture in vitro per la produzione di carne nello spazio, degli effetti della microgravità sulla riproduzione solo per citarne alcuni”.
Durante la tre giorni verranno illustrate ricerche in 5 ambiti specifici individuati dall’Asi: effetti delle condizioni ambientali spaziali sulla fisiopatologia umana. Individuazione, sviluppo ed applicazione di contromisure; effetto delle radiazioni sulla biologia e fisiologia dell’uomo. Individuazione, sviluppo ed applicazione di contromisure; tecnologie innovative per sistemi autonomi di monitoraggio, diagnostica, intervento e prevenzione. Applicazioni farmacologiche in ambito spaziale; nutrizione e tecnologie per la produzione e conservazione di alimenti nello spazio; effetti psicofisici e comportamentali causati da confinamento e isolamento. Individuazione, sviluppo ed applicazione di contromisure.
Studi che prendono le mosse dalla necessità di affrontare preparati le prossime sfide umane nello spazio, per minimizzare gli effetti nocivi sull’organismo delle donne e degli uomini che ne saranno protagonisti e assicurare loro non la semplice sopravvivenza ma una vita di qualità, benessere fisico e psicologico e che possono aprire interessanti prospettive di miglioramento anche della vita sulla Terra. Studi in moltissimi casi testati sulla Stazione spaziale internazionale, un laboratorio unico per sperimentare in sicurezza gli effetti della microgravità sugli organismi viventi, non solo umani e animali ma anche vegetali, così come sui materiali. “Poter seguire la salute degli astronauti sulla Luna ci aiuterà in prospettiva a migliorare la salute di tutti noi sulla Terra”, sottolinea Cosmo.
“Appuntamenti come questo sulla biomedicina spaziale non sono una novità per l’Asi – spiega il responsabile della Direzione Scienza e Ricerca dell’Agenzia – Ogni volta che abbiamo davanti un obiettivo rilevante, come in questo caso le missioni umane sulla Luna, chiamiamo a raccolta la comunità scientifica e le imprese del settore per fare il punto, per capire cosa ha da offrire il nostro Paese ed essere pronti a farci avanti. Abbiamo una grande comunità scientifica in ambito spaziale, che è un patrimonio per il nostro Paese. Ed è anche merito dell’Asi che l’ha coltivata e consolidata nel tempo. Completata la fase di ricognizione delle competenze in ambito biomedico, l’Agenzia – conclude Cosmo – emetterà dei bandi per sviluppare i filoni più interessanti e andare oltre ciò che già abbiamo. Saremo così pronti a contribuire alle missioni lunari anche in ambito biomedico”.
La tre giorni, che si è aperta oggi e si concluderà il 17 marzo, vede la presenza di oltre 150 tra esponenti di università, enti di ricerca e imprese (e altrettanti collegati da remoto) che presenteranno i risultati dei loro studi e anche i progetti in corso per rispondere alla prossima sfida che attende l’umanità: andare sulla Luna per restarci.
Non manca poi molto. Il successo della missione senza astronauti della capsula Orion – prima tappa del programma lunare Artemis della Nasa – che a novembre ha orbitato intorno alla Luna per rientrare 25 giorni dopo sulla Terra, ha segnato una tappa importante del viaggio che porterà prima gli astronauti a bordo di Orion, quindi alla realizzazione del Lunar Gateway, la stazione spaziale cislunare, e infine all’arrivo di astronaute e astronauti sul suolo del nostro satellite naturale, con l’obiettivo di costruire basi permanenti da cui in futuro partire per raggiungere Marte.
“L’evoluzione ci ha reso animali terrestri e ora, in breve tempo, vogliamo diventare animali lunari e quindi dobbiamo capire come il nostro organismo reagisce a tutta una serie di stimoli e di fattori esterni che non sperimentiamo sulla Terra”, dichiara ad askanews Mario Cosmo, responsabile della Direzione Scienza e Ricerca dell’Agenzia spaziale italiana che coordina il simposio.
“La biomedicina spaziale – spiega Cosmo – coinvolge diverse discipline in quanto tocca molteplici aspetti e lo si vede anche dai contributi che saranno presentati, che non vengono solo dall’ambito medico ma, ad esempio, dall’astronomia, dalla fisica. Si parlerà di corretta nutrizione, di coltivazione di piante e verdure, di radiazioni, non solo nel loro aspetto nocivo per l’organismo ma anche come possibile elemento da sfruttare per la disinfezione degli habitat, di colture in vitro per la produzione di carne nello spazio, degli effetti della microgravità sulla riproduzione solo per citarne alcuni”.
Durante la tre giorni verranno illustrate ricerche in 5 ambiti specifici individuati dall’Asi: effetti delle condizioni ambientali spaziali sulla fisiopatologia umana. Individuazione, sviluppo ed applicazione di contromisure; effetto delle radiazioni sulla biologia e fisiologia dell’uomo. Individuazione, sviluppo ed applicazione di contromisure; tecnologie innovative per sistemi autonomi di monitoraggio, diagnostica, intervento e prevenzione. Applicazioni farmacologiche in ambito spaziale; nutrizione e tecnologie per la produzione e conservazione di alimenti nello spazio; effetti psicofisici e comportamentali causati da confinamento e isolamento. Individuazione, sviluppo ed applicazione di contromisure.
Studi che prendono le mosse dalla necessità di affrontare preparati le prossime sfide umane nello spazio, per minimizzare gli effetti nocivi sull’organismo delle donne e degli uomini che ne saranno protagonisti e assicurare loro non la semplice sopravvivenza ma una vita di qualità, benessere fisico e psicologico e che possono aprire interessanti prospettive di miglioramento anche della vita sulla Terra. Studi in moltissimi casi testati sulla Stazione spaziale internazionale, un laboratorio unico per sperimentare in sicurezza gli effetti della microgravità sugli organismi viventi, non solo umani e animali ma anche vegetali, così come sui materiali. “Poter seguire la salute degli astronauti sulla Luna ci aiuterà in prospettiva a migliorare la salute di tutti noi sulla Terra”, sottolinea Cosmo.
“Appuntamenti come questo sulla biomedicina spaziale non sono una novità per l’Asi – spiega il responsabile della Direzione Scienza e Ricerca dell’Agenzia – Ogni volta che abbiamo davanti un obiettivo rilevante, come in questo caso le missioni umane sulla Luna, chiamiamo a raccolta la comunità scientifica e le imprese del settore per fare il punto, per capire cosa ha da offrire il nostro Paese ed essere pronti a farci avanti. Abbiamo una grande comunità scientifica in ambito spaziale, che è un patrimonio per il nostro Paese. Ed è anche merito dell’Asi che l’ha coltivata e consolidata nel tempo. Completata la fase di ricognizione delle competenze in ambito biomedico, l’Agenzia – conclude Cosmo – emetterà dei bandi per sviluppare i filoni più interessanti e andare oltre ciò che già abbiamo. Saremo così pronti a contribuire alle missioni lunari anche in ambito biomedico”.