L’Istat: un quinto dei 18-21enni non si forma e non lavora
L’Istat: un quinto dei 18-21enni non si forma e non lavoraRoma, 8 apr. (askanews) – Tra i più giovani (18-21 anni) il 27,5% (29,7% dei maschi e 25,1% delle femmine) non è in formazione, non segue, cioè, alcun tipo di corso formale o non formale; ciò avviene nonostante il 35,6% abbia conseguito al più il diploma di scuola secondaria di I grado e meno di un quarto (23,8%) si dichiari occupato. Nel Mezzogiorno, la quota dei 18-21enni non in formazione sale al 35,1% e di questi appena il 15% dichiara di essere impegnato in un’attività lavorativa. Ne deriva che tra i 18-21enni quasi il 21% non si forma e non lavora e nel Mezzogiorno si sale al 29,8%. Lo rileva l’Istat sulla base deirisultati dell’indagine sulla formazione degli adulti (Adult Education Survey) riferita al 2022.
Sono invece un quinto i giovanissimi che partecipano solamente ad attività non formali, il 7,3% perché spinto da interessi personali (corsi di sport, canto, musica, ecc.) e il 12,4% dalla volontà di acquisire competenze da spendere sul mercato del lavoro (corsi professionalizzanti). Il restante 52,9% è invece inserito in un corso di istruzione formale: in oltre un terzo dei casi si tratta ancora di un percorso scolastico (35,3%), mentre nel 64,7% di un percorso di istruzione terziaria. Tra i 18-21enni il numero medio di corsi frequentati – formali e non formali – è pari a 2,1, inferiore alla media dei 18-34enni. Sono infatti meno della metà (il 44,5%) i giovanissimi che, oltre a seguire un percorso di formazione formale, seguono anche corsi non formali, soprattutto per motivi di interesse personale (56,8%). Il tempo dedicato ai corsi non formali professionalizzanti è in media superiore a quello dedicato alle attività non formali svolte per motivi personali (167 ore contro 144) ed è proprio in questa fascia di età che il numero medio di ore, per qualsiasi tipologia di corso, raggiunge il valore massimo.
Se si considerano i ragazzi appena più grandi (22-26 anni), la quota di chi non è inserito in un percorso formativo sale al 38,3% (il 40,8% dei maschi e il 35,5% delle femmine); tra questi nel Nord circa il 70% si dichiara occupato, nel Mezzogiorno la percentuale quasi si dimezza (39,2%), portando la quota di coloro che non si formano e non lavorano al 26,1% (11,6% nel Nord e 17,5% in media nazionale). Solo l’11,1% dei 22-26enni che non si formano ha conseguito un titolo terziario almeno di I livello, il 57,3% ha conseguito un titolo di scuola secondaria di II grado e ben il 31,6% ha un titolo inferiore o nessun titolo. La quota di chi segue solo corsi non formali per interessi personali (corsi di sport, canto, musica, ecc.), tra i 22-26enni, è inferiore a quella dei giovanissimi (4,4% contro 7,3%), mentre più elevata è la quota di chi decide di seguire corsi che, sebbene non formali, risultano comunque professionalizzanti (20,1%).
Il 37,1% dei giovani tra i 22 e i 26 anni è inserito in un percorso formale di istruzione che, in quasi la totalità dei casi (94,9%), è terziario (il 5,1% frequenta ancora un corso scolastico). In questa fascia di età, il numero medio di corsi frequentati è pari a 2,3, con il 48,1% dei giovani impegnati in attività formali che partecipano anche ad attività non formali (quasi il 50% nel Centro e nel Nord e il 44,8% nel Mezzogiorno), con netta prevalenza (66,1%) di corsi professionalizzanti cui vengono dedicate mediamente 149 ore (contro le 111 dedicate alle attività svolte per motivi personali). Tra i giovani di 27-34 anni, coloro che non sono più in formazione rappresentano la maggioranza (54,9%), con una forbice molto ampia tra Nord e Mezzogiorno (50,4% e 61,5% rispettivamente); inoltre, se nel Nord i tre quarti si dichiarano occupati, lo sono meno della metà nel Mezzogiorno. Ne deriva che la quota di coloro che non si formano e non lavorano rappresenta il 18,9% e varia tra il 12,3% nel Nord e il 30,9% nel Mezzogiorno.