Lo sport dopo un trapianto: una rivincita che vale doppio
Lo sport dopo un trapianto: una rivincita che vale doppioTorino, 11 apr. (askanews) – Lo sport dopo un trapianto come paradigma della rinascita. È l’esperienza vissuta in prima persona da un gran numero di trapiantati e – da parte di alcuni di essi – condivisa in previsione della Giornata Nazionale Donazione e Trapianto che quest’anno ricorre il 14 aprile. Per sensibilizzare sempre più persone alla cultura del dono, a Torino – nella Sala Colonne del Municipio – la “Fondazione DOT – Donazione Organi e Trapianti” ha promosso un incontro con atleti di diversa età, attivi e premiati in differenti discipline e categorie, ma accumunati dal fatto di aver ricevuto un trapianto.
“Per ricordare la giornata nazionale della donazione e del trapianto abbiamo voluto con noi alcuni atleti a mostrarci come dopo un trapianto si possa non solo tornare a vivere ma farlo anche raggiungendo grandi livelli agonistici nello sport – ha detto nel corso dell’incontro Mauro Rinaldi, presidente di Fondazione DOT e direttore Centro Trapianti di Cuore e Polmone delle Molinette, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino – Due sono campioni dei recenti World Transplant Winter Games, che si sono tenuti a Bormio il mese scorso, uno è un giovanissimo giocatore di basket. Nella loro storia lo sport è un ingrediente di motivazione, speranza, benessere, che ha consentito loro di affrontare con forza l’esperienza del trapianto. La loro rinascita si deve alla medicina dei trapianti, sempre più sofisticata, e soprattutto ai donatori. Fondazione DOT lavora dal 2017 per sensibilizzare le persone e diffondere una conoscenza scientificamente autorevole sulla donazione di organi, cellule e tessuti, oltre che per finanziare la ricerca scientifica, affinché sempre più storie come quelle dei nostri ospiti di oggi possano essere raccontate”. A condividere con il pubblico le loro esperienze, in particolare, Paolo Manera e Marco Borgogno, veterani dello sci in gara ai World Transplant Winter Games di Bormio conclusi l’8 marzo, ed Emanuele Fiore, giovane promessa del basket torinese. Fondazione DOT ha voluto raccogliere e amplificare il loro messaggio di speranza, potente e profondamente personale: dopo aver attraversato il percorso del trapianto e tutte le sfide che questo comporta, partecipare a una competizione sportiva simboleggia una vittoria anche e soprattutto sul piano emotivo. Senza dimenticare i numerosi effetti benefici dell’attività sportiva sulla salute di chi riceve un trapianto.
“Va sottolineato l’impatto positivo che storie come quelle degli atleti presenti a questo evento possano avere nel sensibilizzare le persone sul tema del trapianto e della donazione degli organi – ha detto il sindaco di Torino Stefano Lo Russo – La Città di Torino permette, all’atto della richiesta di emissione della carta d’identità elettronica, di esprimere il proprio consenso alla donazione degli organi. Un’opportunità che come amministrazione intendiamo far conoscere sempre di più per rendere i cittadini informati e consapevoli su un argomento così importante”. Oltre a Mauro Rinaldi hanno partecipato all’incontro Lorenzo Angelone, direttore sanitario di Azienda CSS; Luigi Biancone, direttore del Centro Trapianti di Rene delle Molinette; Federico Genzano Besso, direttore del Centro Regionale Trapianti; Anna Guermani, coordinatrice Regionale delle Donazioni e dei Prelievi di Organi e Tessuti Piemonte e Valle d’Aosta; Valter Mione, presidente AIDO Piemonte; Paolo Nenci, Segretario Generale di ANED, Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto; Pierluigi Poggiolini, docente del Politecnico di Torino.