Nasce alleanza per agroecologia contro desertificazione suolo
Nasce alleanza per agroecologia contro desertificazione suoloRoma, 23 mag. (askanews) – Un’alleanza dell’agroecologia per far fronte alla desertificazione del suolo agricolo, all’impoverimento degli agricoltori e al cibo contaminato. E’la novità emersa nel corso dea congresso dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, che ha concluso a Roma la tre-giorni dedicata ai suoi primi 100 anni di vita. Una alleanza si estende a tutto il mondo del biologico, con largo spazio alla ricerca scientifica grazie alla presenza della Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica.
Focus sulla crisi sociale con Nadia El-Hage Scialabba, ecologa ex-dirigente della FAO e collaboratrice del Swette Center dell’Università statale dell’Arizona e con i rappresentanti di Rete Humus e Upbio. Prossimo appuntamento a settembre, con la presentazione ufficiale della nuova alleanza agroecologica per riunire molto più che gli attori del biologico e del biodinamico. “Nel secolo trascorso abbiamo acquisito tecniche e competenze scientifiche che permettono oggi all’Italia di essere il primo esportatore europeo di prodotti biodinamici, facendo a meno degli input chimici, costosi e dannosi, che azzerano la fertilità dei terreni”, ha spiegato Carlo Triarico, presidente dei biodinamici. “In un momento in cui l’agricoltura non remunera più il lavoro, i costi produttivi diventano insostenibili e le aziende agricole diminuiscono in numero per essere accorpate nei grandi latifondi industriali, c’è bisogno di un’azione globale di risanamento della terra. Questo è il compito dei biodinamici, ma non solo, per i prossimi 100 anni”.
Secondo Tricarico, nonostante la recente revisione della Pac 2023-2027 abbia previsto la riduzione di tutti i presidi ambientali senza sanare davvero i problemi degli agricoltori, rimane l’obiettivo di coprire una superficie del 25% coltivata a biologico entro il 2027. Oggi raggiungiamo il 18,7%. E’ un percorso che possiamo completare solo se alziamo la qualità dei processi agricoli, senza rendere convenzionale l’agricoltura biologica”.