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Ricerca, un passo avanti italiano nella conoscenza dei “supersolidi”

Ricerca, un passo avanti italiano nella conoscenza dei “supersolidi”Roma, 25 mag. (askanews) – Procede a passi spediti la ricerca sul supersolido, la nuova fase della materia a metà strada fra lo stato cristallino e quello superfluido, osservata per la prima volta nel 2019 a Pisa in un gas ultrafreddo di atomi magnetici da un gruppo di ricerca dell’Università di Firenze e dell’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ino).



Una nuova pubblicazione su Nature, sempre a cura dello stesso team di ricerca, indaga quanto i supersolidi – che seguono le leggi della meccanica quantistica- differiscano dai cristalli e, per altro verso, dai superfluidi. Il gruppo toscano ha affrontato e risolto il problema misurando per la prima volta una quantità, la ‘frazione superfluida’ che caratterizza esattamente le proprietà del supersolido, cioè quanto si comporta come un solido e quanto come un superfluido. “La tecnica di misura della frazione superfluida – spiegano i coordinatori Giovanni Modugno, docente di Fisica della materia presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Firenze, e Augusto Smerzi, dirigente di ricerca presso Cnr-Ino, ambedue afferenti anche al Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non lineare (LENS) – si basa sul fenomeno delle oscillazioni Josephson, dal nome del fisico Brian Josephson, premio Nobel per la fisica nel 1973. Quando due superfluidi vengono separati da una barriera, ad esempio un potenziale dato da un fascio laser, essi possono ancora scambiarsi particelle l’uno con l’altro, al contrario di quanto avviene per due fluidi normali. Si tratta di un fenomeno di meccanica quantistica e si chiama, appunto, effetto tunnel quantistico. Il numero di particelle nei due superfluidi tende così a oscillare nel tempo”.


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