Coldiretti Sardegna: il 27 mobilitazione contro fauna selvatica
Coldiretti Sardegna: il 27 mobilitazione contro fauna selvaticaRoma, 19 giu. (askanews) – Sit in il 27 giugno davanti alle prefetture dei quattro capoluoghi di Provincia Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano, per chiedere l’aiuto dei prefetti sulla questione dei danni da fauna selvatica. Il direttore regionale di Coldiretti, Luca Saba, spiega in una nota che “la mobilitazione di Coldiretti Sardegna, aperta ieri con la grandissima manifestazione sulla siccità, proseguirà come da programma nelle prossime settimane, per sensibilizzare su quest’altro grave problema” che sta colpendo quotidianamente decine di aziende agricole in tutta la Sardegna.
Cinghiali, cervi, cornacchie, nutrie, cormorani, ogni giorno agricoltori e allevatori sardi devono constatare migliaia di euro di perdite di raccolto e danni in azienda dopo il passaggio di questi animali che oltre a creare gravi problemi economici con milioni di euro di danni stanno mettendo a serio rischio l’incolumità degli automobilisti sulle strade. Il Rapporto dell’associazione sostenitori e amici della polizia stradale, infatti, sottolinea come in Sardegna siano stati 4 gli incidenti gravi negli ultimi anni (persone ferite gravemente o decedute) causati da animali con, nel 2023 in Italia, 193 i casi rilevanti, in aumento del 7,8% sul 2022 e 11 decessi. In 170 casi, sottolinea il report, l’incidente è stato causato da animali selvatici (88%) mentre il restante 12% da animali domestici.
“Il problema dei danni causati da fauna selvatica alle aziende agro-pastorali sarde e dell’incolumità stessa delle persone, non solo è ben lontano dalla sua risoluzione definitiva ma, al contrario, si registra in costante aumento se pensiamo al numero di incidenti rilevati sulle nostre trade e al numero di domande presentate come indennizzi dai danni al mondo agricolo – evidenzia Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna – questa situazione è insostenibile per i nostri allevatori e agricoltori oltre che per le stesse comunità nei nostri territori. La conseguenza che vediamo ogni giorno è quella di raccolti distrutti e le croci sulle nostre strade, è necessario un cambio di passo nella gestione di questo fenomeno”.