Vino, Prà lancia il Soave “Wild”: il fratello selvaggio di ‘Otto’
Vino, Prà lancia il Soave “Wild”: il fratello selvaggio di ‘Otto’Milano, 22 giu. (askanews) – Graziano Prà lancia “Wild”, versione “selvaggia” del suo classico Soave Doc Classico “Otto”. Il nuovo vino nasce da uve Garganega in purezza provenienti dalla Uga Ponsara. La vinificazione avviene con il solo utilizzo di lieviti indigeni naturalmente presenti sulla buccia degli acini, e una conseguente fermentazione spontanea.
“L’idea nasce a seguito di una chiacchierata con l’amico Kevin Judd, proprietario dell’azienda neozelandese Graywacke e storico enologo dell’azienda Cloudy Bay” racconta Prà, spiegando che “Graywacke produce due Sauvignon Blanc di cui uno a fermentazione spontanea pensato per valorizzare al meglio il territorio di Marlborough sul quale questo vitigno internazionale viene coltivato. Il termine ‘wild’ – precisa – si riferisce al processo fermentativo affidato ai lieviti naturalmente presenti nell’ambiente”. “Il Soave Wild è stato quindi spogliato dal protocollo usuale di vinificazione con lo scopo di valorizzare ancora di più il terroir nel suo profondo e di esaltare le peculiarità identitarie delle uve Garganega provenienti dalla Uga Ponsara” prosegue Prà, ricordando che “la produzione del ‘Soave Wild Ponsara’ fa parte di un progetto di ricerca dell’identità territoriale e di valorizzazione delle Uga aziendali, le Unità geografiche aggiuntive, un primo passo di un percorso molto più ampio che vede in futuro la possibilità di dedicare un vino ai nostri diversi Cru”.
Una scelta che esalta i tratti vulcanici delle terre del Soave, perfettamente in linea con la valorizzazione del terroir che il celebre vignaiolo di Monteforte d’Alpone (Verona) persegue con costanza e che dal 1983 si rispecchia in “Otto”, suo vino d’esordio che ancora oggi rappresenta la produzione più ampia dell’azienda. Come per le sue altre etichette, ad esclusione di Amarone e Valpolicella Ripasso in cui da Disciplinare non è consentito, Prà anche per “Wild” ha scelto di usare il tappo a vite, chiusura ideale per garantire la qualità del vino nel corso del tempo.