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Afidop a NY: linee guida per valorizzare formaggi Dop anche in Usa

Afidop a NY: linee guida per valorizzare formaggi Dop anche in UsaRoma, 24 giu. (askanews) – Corre l’export dei formaggi italiani Dop verso gli USA: con oltre 30mila tonnellate esportate nel 2023 (+3% sul 2022), i prodotti caseari a indicazione geografica certificata hanno messo a segno un +7% a valore per un fatturato pari a 390 milioni di euro, trainati da Grana Padano, Parmigiano Reggiano e pecorini.



Per l’export nei primi tre mesi 2024 si registrano, complessivamente, incrementi a due cifre percentuali per Grana Padano, Parmigiano Reggiano e pecorini, formaggi da sempre vincenti e trainanti sul mercato USA. I primi due crescono a volume nel I trimestre del +28% mentre il Pecorino Romano di oltre il 20%. A dare i numeri è Afidop, Associazione Formaggi Italiani DOP e IGP, che partecipa al Summer Fancy Food in programma a New York fino al 25 giugno. Oggi all’interno del padiglione ICE durante la degustazione “A Taste of Excellence! AFIDOP Presents the Italian PDO and PGI Cheeses” verrà ribadito l’impegno di Afidop nella promozione delle linee guida per la valorizzazione dei formaggi DOP e IGP nei ristoranti in Italia e a breve anche all’estero.Le linee guida messe a punto da AFIDOP in collaborazione con FIPE puntano anche a contrastare il falso Made in Italy dell’italian sounding, che genera un giro d’affari stimato in oltre 90 miliardi di euro.


Secondo le stime FIPE, nel mondo esistono circa 600mila ristoranti che si autodefiniscono italiani. Di questi soltanto 2.218 lo sono davvero. All’estero, esistono esercizi commerciali (ristoranti, bar, pasticcerie) che offrono servizi, hanno layout, possiedono gli stessi loghi e presentano la stessa offerta di quelli presenti nelle metropoli del nostro Paese. Almeno sulla carta. In realtà, i menù di questi pseudo “italian restaurant” non hanno nulla a che vedere con quelli che pretendono di imitare, senza conoscerne la qualità. Secondo un’indagine del Centro Studi Fipe del 2021 rivolta ai ristoranti certificati italiani all’estero, è emerso che nei loro Paesi, il 94% degli intervistati rileva nei competitor non certificati contraffazione dei prodotti, l’89% vede contraffazione nelle ricette, non conformi a quelle autentiche, mentre il 60% trova ristoranti falsi italiani e il 43% ha dubbi sull’origine dei prodotti.