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Vino, Provveditore: non solo Morellino di Scansano, anche bei bianchi

Vino, Provveditore: non solo Morellino di Scansano, anche bei bianchiMilano, 24 giu. (askanews) – Cristina Bargagli è una vignaiola appassionata e con le idee chiare, quarta generazione alla guida della Cantina di famiglia Provveditore, adagiata sulle colline a pochi chilometri da Scansano (Grosseto) e pilastro della produzione del locale Morellino Docg. L’azienda si trova a Salaiolo e conta su 40 ettari vitati a circa 350 metri slm che guardano da un lato il Monte Amiata e dell’altro l’Argentario. Terra bellissima, storicamente assai povera, “mai troppo calda e mai troppo fredda”, dove Provveditore coltiva circa 40 ettari di vigneti di 20-30 anni d’età, su terreni tufacei-calcarei con forte presenza di scheletro collinare, con le piante a bacca rossa allevate con il cordone speronato, e quelle bianche con il guyot.



Lo sviluppo di questa azienda risale ai primi anni Settanta, quando Alessandro Bargagli, tra i fondatori del locale Consorzio di tutela e tutt’ora in azienda insieme con la figlia, intuisce l’importanza di imbottigliare il proprio vino anziché venderlo sfuso, e di diversificare la produzione puntando in particolare sui vitigni autoctoni. Tra questi, primo fra tutti il Sangiovese (Morellino) ma anche il Trebbiano toscano (Procanico) e l’Ansonica, un tempo impiegati assieme ad altre uve nella produzione del “Bianco di Pitigliano”, e che ora invece vengono vinificate in purezza, in criomacerazione con le bucce e fermentazione con i lieviti indigeni. Circa 150mila le bottiglie prodotte ogni anno, divise in una dozzina di referenze, le cui etichette sono appena state riprogettate in occasione dell’uscita delle nuove annate con tanto di nomi di fantasia per le bottiglie dei monovarietali. Il Morellino di Scansano è giustamente il protagonista assoluto con tre referenze (“Provveditore”, “Irio” e la Riserva “Primo”) di grande qualità e interesse, e i bianchi in purezza Maremma Toscana Doc che crescono in quantità e qualità anno dopo anno: il Trebbiano “Piperino”, il Vermentino “Il Bargaglino”, lo Chardonnay “Purosole”, l’Ansonica “Madda” e il Sauvignon “Malestroso”. Chiudono il cerchio il rosé da uve Syrah “Il Casaiolo – Maremma Toscana Rosato Doc” e il prezioso vino bianco da uve stramature “Appassito di Tufo”.


La caratteristica comune è la grande freschezza e facilità di beva. Vini territoriali, molto ben fatti, sempre piacevoli, ottimi testimoni di una Denominazione di valore, che merita più del canale Gdo dove realizza i suoi principali guadagni. Il Morellino di Scansano è infatti un vino moderno, immediatamente appagante, così come lo sono i bianchi, in particolare Trebbiano, Vermentino e Ansonica, che si distinguono per l’equilibrio nella complessità, ma soprattutto per la loro bella salinità e mineralità che non può che richiamare quella via del sale che attraversava queste terre, lungo la quale i cristalli viaggiavano dalle saline fino a Siena e Firenze sotto l’occhio vigile di quel Provveditore, che ha ispirato il nome dell’azienda. Come se non bastasse, bisogna aggiungere l’ottimo rapporto qualità-prezzo di queste bottiglie, che per i bianchi sono chiuse con il tappo a vite, sigillo di qualità e garanzia di longevità che porterà Provveditore ad entrare nel circuito de “Gli Svitati”, l’informale gruppo di partigiani dello “Stelvin” formato da Graziano Prà, Silvio Jermann, Mario Pojer-Fiorentino Sandri, Walter Massa e Franz Haas Jr., al cui secondo appuntamento ufficiale, andato in scena nel marzo di quest’anno, si era unito anche il barolista Sergio Germano.