Lollobrigida: su questione caccia diffuse bugie e rancora
Lollobrigida: su questione caccia diffuse bugie e rancoraRoma, 5 lug. (askanews) – “Una risposta a chi in queste ore ha diffuso rancore e bugie va data. Per ora con queste spiegazioni e a seguire con altri fatti concreti. Al contrario di quello che fanno i chiacchieroni sono abituato a raccontare solo quello che ho già ottenuto piuttosto che commentare, come una vecchia suocera, quello che fanno gli altri o illudere le persone che si fidano di poter fare miracoli”. Così in un lungo post sul proprio profilo Facebook il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, interviene sulle critiche rispetto all’operato del governo dopo l’approvazione in Senato del Dl agricoltura “da persone che dicono di esercitare l’attività venatoria”.
Il ministro ricorda che nel decreto Agricoltura è stato prolungato di un mese il periodo di caccia al cinghiale finalizzato alla riduzione dei rischi di contagio dal “flagello” della peste suina africana e che “solo 2 emendamenti inerenti la caccia sono stati ritirati dal governo, insieme a molti altri su altri argomenti, perché non coerenti con il Decreto Legge che deve per essere avallato contenere articoli direttamente collegati all’oggetto”. Nel merito, aggiunge Lollobrigida, “sui due emendamenti in questione il parere del Masaf resta positivo e con esso l’impegno a proseguire il percorso per approvarne il contenuto. Così come resta l’impegno all’aggiornamento della Legge 157/92, della quale abbiamo già modificato alcuni aspetti e su cui il Comitato faunistico venatorio è stato da me sollecitato a lavorare fin dal suo insediamento”.
“Ai suoi componenti, rappresentativi di tutti i soggetti coinvolti nella gestione di questa attività, ho chiesto – ricorda ancora il ministro – di fornire al Parlamento proposte per un aggiornamento di una normativa ormai obsoleta rendendola compatibile con la tutela dell’ambiente, della fauna selvatica e della attività venatoria”. Il ministro rivendica ancora il fatto che il Governo “in 18 mesi ha riattivato il Comitato Faunistico venatorio sciolto da anni”. Un Comitato che “già oggi ha verificato i calendari di tutte le regioni Italiane e le più virtuose, tra loro, lo hanno già approvato in Giunta. Questo per prevenire ricorsi strumentali che ledono il diritto ad esercitare l’Attività Venatoria che la legislazione italiana ed Europea regolano”.
Ancora, spiega, “abbiamo lavorato per evitare che le direttive europee sulle Aree Umide venissero interpretate in modo esageratamente restrittivo e penalizzante. Abbiamo restituito ai possessori di licenza e abilitazione la considerazione che meritano tutti i cittadini incensurati che rispettano la legge e svolgono una attività consentita contribuendo come bioregolatori alla gestione dell’eco sistema. Abbiamo accettato – prosegue ancora – minacce degli ambientalisti di professione e l’insulto di avere tra gli amici i Cacciatori facendocene vanto senza paura. Abbiamo operato confrontandoci con tutte le associazioni venatorie costantemente”.