Borse europee in forte rosso affossate da banche, Milano -2,68%
Borse europee in forte rosso affossate da banche, Milano -2,68%Milano, 1 ago. (askanews) – Chiusure in forte ribasso per le principali Borse europee – mentre anche Wall Street è decisamente cedente all’indomani della Fed – con piazza Affari che si aggiudica la maglia nera, affossata dai titoli bancari. La Borsa di Milano ha terminato con il Ftse Mib in rosso del 2,68% a 32.857,43 punti e l’All Share che ha lasciato sul terreno il 2,62% a 35.018,30 punti. Male anche Francoforte (-2,24%), Londra (-1,03%), Parigi (-2,14%), Madrid (-1,89%).
A deprimere i listini, le vendite che si sono abbattute sui titoli del credito di tutta Europa – riportando un pò il clima a quello del marzo 2023 quando collassò il Credit Suisse – in scia al crollo di SocGen dopo la diffusione dei risultati trimestrali. La terza banca francese ha registrato un aumento dell’utile netto superiore alle attese degli analisti, ma ha abbassato il suo target di margine di interesse netto per l’intero esercizio a 3,8 miliardi rispetto ai 4,1 iniziali. Oggi, intanto, la Bank of England ha tagliato i tassi d’interesse di 35 punti base, portandoli al 5% dal precedente 5,25%, mentre ieri la Fed li ha lasciati invariati come da previsioni. A Milano le banche italiane – partendo, va detto, dai valori piuttosto elevati raggiunti – hanno subito vistosi tracolli: in particolare Mps (-6,75% a 4,7 euro), UniCredit (-5,7% a 35,79 euro), Mediolanum (-5,68% nonostante i positivi conti del semestre), Bper (-5,15%), Banco Bpm (-4,75%), Pop Sondrio (-4,4%), Mediobanca (-4,17% malgrado l’annuncio dell’utile record di 1,27 miliardi nell’esercizio 2023-2024), Intesa Sanpaolo (-3,92%). Crolli pesantissimi anche per Tenaris (-8,71%) e Prysmian (-8,56%).
Premiate dopo i conti e in marcata controtendenza, invece, Ferrari (+2,5%), Nexi (+1,02%), Tim (+0,88%). Sul versante dei titoli di Stato, in leggera salita lo spread tra i rendimenti di Btp e Bund decennali in area 142 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,64% e quello del suo omologo tedesco al 2,22%