Ue, quali sono i punti chiave del rapporto Draghi sulla competitività
Ue, quali sono i punti chiave del rapporto Draghi sulla competitivitàRoma, 9 set. (askanews) – Innovazione, energia, sicurezza geopolitica e degli approvvigionamenti di materie prime e critiche; assieme a competitività, da portare avanti assieme alla decarbonizzazione, riduzione delle dipendenze e delle vulnerabilità esterne, rafforzamento delle capacità industriali su spazio e difesa, potenziamento dei mezzi di finanziamento e, infine, dei processi di governo dell’Unione europea. Sono gli elementi chiave toccati dal rapporto presentato oggi da Mario Draghi, in occasione di una conferenza stampa congiunta assieme alla presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen.
L’analisi, di circa 65 pagine, intitolata “Il futuro della competitività europea” parte da un esame del quadro in cui si trova l’Europa e delle sfide che ha davanti, sintetizzate in tre capitoli: accelerare l’innovazione e trovare nuovi “motori” di crescita; abbassare i prezzi dell’energia continuando il processo di decarbonizzazione e di aumento dell’economia circolare; terzo, adattarsi a un mondo di geopolitica meno stabile in cui le dipendenze esterne stanno diventando vulnerabilità e in cui non ci si può più permettere di affidare ad altri a propria sicurezza. Lo studio presentato dall’ex presidente del Consiglio e della Bce analizza possibili strategie per chiudere il divario di innovazione che l’Europa accusa rispetto ai suoi maggiori competitori, guarda alle cause degli elevati prezzi dell’energia e a possibili soluzioni parallelamente alle sfide.
Un capitolo è dedicato alle vulnerabilità e alle dipendenze sugli approvvigionamenti esterni, ma anche alla necessità di procedere a un rafforzamento delle capacità industriali nei settori di difesa e aerospaziale. Il penultimo capitolo, il quinto, riguarda il tema di come finanziare gli investimenti in cui un elemento critico individuato è quello dell’attuale incompletezza dell’Unione dei mercati dei capitali, così come la necessità di trovare alcuni strumenti di finanziamento comune per massimizzare la crescita di produttività.
L’ultimo capitolo riguarda il rafforzamento dei processi di governo dell’Unione europea, partendo dalla considerazione che una nuova strategia industriale non riuscirà ad avere successo senza cambiamenti in parallelo nell’architettura e nel funzionamento dell’Unione. In particolare viene raccomandata la creazione di un nuovo quadro di coordinamento sulla competitività che dovrebbe focalizzarsi sulle priorità strategiche, la necessità di semplificazione delle procedure, nell’ambito del quale viene raccomandata di la creazione di un nuovo vicepresidente della Commissione responsabile della semplificazione, e un taglio degli oneri burocratici a favore delle Pmi.