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Vendemmia Italia a 41 mln ettolitri (+7%), torna primo produttore

Vendemmia Italia a 41 mln ettolitri (+7%), torna primo produttoreRoma, 24 set. (askanews) – 41 milioni di ettolitri: sono le stime della vendemmia italiana 2024 presentate oggi nell’ambito di Divinazione Expo 24 a Siracusa-Ortigia da Ismea, Uiv e osservatorio Assoenologi, alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. L’incremento sul 2023 è del +7% ma, in ogni caso, il raccolto 2024 segna comunque un decremento del 12,8% rispetto alla media produttiva dell’ultimo quinquennio. Nonostante le difficoltà, il -18% stimato per la produzione francese nel 2024 restituisce all’Italia il primato produttivo mondiale.



Cambia molto la geografia del vino italiano, visto che Nord e Centro si discostano dalle medie quinquennali (2019-2023) rispettivamente del 5,3% e 5,4%, mentre la performance dei vigneti di Sud e Isole si conferma in forte flessione, a -25,7%. “Tra qualche giorno festeggeremo a Digione i 100 anni dell’Oiv ma non ci sentiamo secondi a nessuno, ce lo dicono i mercati”, ha detto il ministro Lollobrigida intervenendo alla conferenza stampa. Il ministro è anche tornato sulla questione degli espianti: “la viticoltura va difesa da modelli non bene articolati di espianti: un discorso è se si punta alla diminuzione della quantità per un aumento di valore o per sostituire le colture, un altro discorso è se si abbandona il territorio. L’agricoltore protegge la natura – ha concluso il ministro – e non si deve contrastare lo sviuppo del modello agricolo che passa necessariamente per una Pac incentivante”.


L’indagine vendemmiale è stata realizzata attraverso un processo di armonizzazione delle metodologie adottate da Assoenologi, Unione italiana vini (UIV) e Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) al quale si aggiunge il contributo dell’Ufficio competente del Masaf e delle regioni. Nel 2024 si evidenzia una tenuta al Nord (+0,6% la performance della macroregione), accompagnata da una ripresa importante nel Centro (+29,1%) e da un incremento contenuto nel Sud (+15,5%) che, tuttavia, non bastano a riportare la produzione sui livelli di medio-periodo.