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I 50 di Heineken in Italia tra rilancio dei marchi storici e sostenibilità

I 50 di Heineken in Italia tra rilancio dei marchi storici e sostenibilitàMilano, 2 ott. (askanews) – Da 50 anni Heineken produce birra in Italia, mezzo secolo di storia in cui è diventata il primo player nazionale, con quasi 7 milioni di ettolitri, muovendosi in un mercato che ha contribuito a costruire. Pioniera nel diffondere una cultura del bere responsabile, e, più in generale, una cultura intorno a questa antichissima bevanda, Heineken in questi anni ha rilanciato alcuni marchi storici italiani, cone Ichnusa, Birra Messina, Moretti, arrivando a produrre una birra su tre, di quelle bevute nel nostro Paese.



“In questi 50 anni Heineken ha saputo conquistare la quotidianità degli italiani e con i suoi investimenti in Italia ha dato un contributo decisivo allo sviluppo di tutto il settore birrario, creando ricchezza e occupazione per il Paese – ha detto Alexander Koch, ad di Heineken Italia, nel corso dell’evento per celebrare i 50 anni di produzione dell’azienda in Italia -. Guidando la crescita del mercato, ha promosso una cultura della birra coerente con la cultura alimentare italiana e il consumo a pasto, ha investito su qualità e differenziazione, contribuendo a far passare gli italiani “dalla birra alle birre. Nei prossimi cinquant’anni vogliamo continuare a favorire la crescita della categoria senza compromessi sulla qualità, per essere protagonisti dei momenti di socialità degli italiani con i nostri brand”. Caratteristica peculiare del mercato italiano è quella di partire dalla scelta del cibo per poi abbinarci le birre, che dipendono anche dalla varietà e dal gusto. Un paradigma questo del cibo e del bere che rende il mercato italiano un mercato distintivo, e non solo in fatto di gusto, dove il potenziale di crescita resta ancora elevato se si considera che oggi in Italia si consumano 36 litri a testa, la metà della media europea. E dove il legame con il territorio resta saldo: “Heineken è una azienda da 2mila persone con 4 birrifici che si occupa di produrre e fare marketing sulle birre – ha sottolineato Alfredo Pratolongo, direttore comunicazione e affari istituzionali Heineken Italia – Il localismo è una tendenza forte in Italia per cui abbiamo dato valore alle birre che avevamo in portafoglio spingendo e rafforzando di più il legame con il territorio anche perchè sono nate sul territorio”.


Forte di questa varietà, che risponde a un consumatore esigente, e dei suoi 50 anni di esperienza, Heineken prova a delineare ora il futuro del mercato birrario, fatto di crescente differenziazione e qualità, pur conservando quel legame con la convivialità che occuperà spazi nuovi. Come anticipa lo studio condotto da Future Concept Lab per il gruppo olandese. “Questa nuova dimensione della cultura della birra in Italia ci aiuta a capire un bisogno che non solo i ragazzi ma anche gli adulti hanno, di rincontrarsi, è il paradigma che noi chiamiamo di trust and sharing – ha detto Francesco Morace, presidente del Future Concept Lab – momenti di convivialità ma anche di riappropriazione dei luoghi urbani quindi pubblici esercizi, bar ma anche i parchi che diventano luoghi in cui ci si incontra e la birra diventa un grande facilitatore”. Questa prospettiva non sarebbe sostenibile se non fosse inserita in un impegno che è al tempo stesso ambientale – l’obiettivo è arrivare a zero emissioni entro il 2030 e raggiungere la carbon neutrality entro il 2040 – ma anche sociale, in cui Heineken ha dettato la linea: “La prima campagna sul bere responsabile fatta da un’azienda birraria al mondo fu fatta da Heineken Italia, si chiamava ‘Pensaci’ ed era 20 anni fa, nel 2004 – ha ricordato Pratolongo – Da lì in poi abbiamo sviluppato diversi approcci, alcuni aspirazionali, addirittura dicendo di non bere birra ma acqua in alcune occasioni, fino ad avere messaggi chiari sul bere e guidare usando la Formula 1 che è una delle piattaforme di comunicazione più grane al mondo dicendo ‘When you drive never drink’ dove never è la parola chiave”.