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Mercati agroalimentari resteranno volatili anche nel 2025

Mercati agroalimentari resteranno volatili anche nel 2025Roma, 8 ott. (askanews) – Condizioni climatiche avverse, contesto geopolitico, regolazione più stringente sotto il profilo ambientale e della sostenibilità: sono tutti elementi che avranno impatti importanti sulle dinamiche dei mercatoi agroalimentari, con il risultato che la volatilità continuerà a rappresentare anche nel 2025 un fattore importante e persistente. E’ quanto emerso oggi nel corso dell’evento Commodity Agricole, cui partecipano oltre 1.000 professionisti del settore fra le aziende di spicco della filiera agroalimentare, organizzato da Unione Italiana Food ed Areté – The Agri-food Intelligence Company per approfondire le dinamiche dei mercati agrifood.



Nonostante il consolidarsi di condizioni strutturali migliorative per il riequilibrio dei mercati, le aspettative per il 2024 non hanno lasciato infatti spazio ad un ridimensionamento della volatilità nell’agrifood. “I segnali vanno tutti nella direzione di una persistente volatilità dei mercati”, ha spiegato Mauro Bruni, presidente di Areté, sottolineando che “il ritorno a condizioni di stabilità richiede la ricostruzione di un livello di scorte adeguate per ciascuna materia prima, una conquista non banale nelle attuali condizioni di mercato, che richiederà comunque tempo”. A fronte di alcuni mercati che hanno registrato trend deflattivi nel corso del 2024 ad oggi, come lo zucchero (-29%), il frumento duro (-15%), il frumento tenero (8%), l’olio extravergine (-6%), ci sono tante filiere dove i prezzi sono letteralmente esplosi. E’ il caso di cacao e caffè, con aumenti nei primi 9 mesi del 2024 rispettivamente del 48% e 83% (varietà robusta); ricordando però che solo nei primi 4 mesi dell’anno l’aumento dei prezzi della fava di cacao è stato del 185%, seguito poi da una rapida contrazione dei prezzi di quasi il 50%, solo nei successivi 4 mesi. Attenzione anche ai prezzi del burro: hanno superato gli 8 €/kg, record storico e +50% da inizio anno.


CEREALI Per quanto riguarda i prezzi dei cereali, a pesare è il clima, tra forti piogge e siccità. Tra le coltura più danneggiate il mais: l’Italia è tra le aree maggiormente interessate dalla scarsità di prodotto di qualità. Le produzioni cerealicole hanno subito forti cali anche nell’area del Mar Nero: i volumi di frumento tenero e mais esportabili da Russia e Ucraina risultano in calo rispetto agli ultimi due anni. Stati Uniti e Canada hanno invece a disposizione maggiori volumi esportabili di frumento tenero e duro, ed il raccolto statunitense di mais si appresta ad essere il secondo di sempre per volumi. La produzione europea di orzo, a differenza di quelle di mais e frumento, è risultata in crescita rispetto allo scorso anno: ciò non è tuttavia sufficiente ad evitare un deficit sul mercato globale, a causa dei cali produttivi previsti in Canada e Russia. Sul riso a livello internazionale una maggior disponibilità di prodotto asiatico, anche grazie alla rimozione del ban all’export da parte dell’India andrebbe a dare respiro alle limitate scorte nei paesi importatori. In Italia aree seminate 2024 in aumento per il secondo anno consecutivo risulterebbero il principale driver di aumento dell’offerta, ma occhio alle rese che potrebbero aver subito l’impatto delle recenti piogge.