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Sostenibilità: per 1 italiano su 2 tra 20 anni il mondo sarà migliore

Sostenibilità: per 1 italiano su 2 tra 20 anni il mondo sarà miglioreMilano, 9 ott. (askanews) – Il Salone della Csr 2024 regala un importante segnale di fiducia: per quasi un italiano su 2 (il 49% della popolazione) e il 77% delle imprese, tra vent’anni il mondo sarà molto più sostenibile di oggi, ossia in grado di svilupparsi rispettando l’ambiente e le persone. E’ quanto emerge dalla nuova ricerca realizzata da Ipsos per il Salone e presentata questa mattina in apertura della manifestazione.



Secondo il sondaggio, la volontà più diffusa è quella di “scendere a patti” con le contraddizioni pur di accelerare il cambiamento: le contraddizioni sono viste come inevitabili dal 24% della popolazione e dal 52% delle aziende partecipanti al Salone. Anche la popolazione più attenta è ormai disposta ad accettare (31%) che le incongruenze facciano parte di qualsiasi processo di sviluppo volto a trasformare la società. Meglio un’azione che porta con sé delle contraddizioni che nessuna azione. “Le contraddizioni sono inevitabili in un processo evolutivo, che modifica equilibri, prassi ed interessi che si sono definiti nel tempo – commenta Andrea Alemanno, Service Line Head di Ipsos – È bene riconoscerlo e comprendere come gestirle, e come gestire tutti i costi e le esternalità negative che si generano in un processo trasformativo. Non devono preoccuparci. Deve invece preoccuparci il lasciarle decantare, l’ignorarle, o l’affrontarle con un approccio non dialettico. Così rischiamo di generare scetticismo e contrapposizione, che rischia di rallentare, quando non minare, il percorso verso un mondo più sostenibile, responsabile, migliore”.


Tra le preoccupazioni evidenziate dall’indagine, invece, c’è ancora ilrischio che si generino delle zone d’ombra dove soggetti poco eticitentino di prosperare e dove non tutti facciano la propria parte: a ritenerlo è il 39% della popolazione, mentre il 32% pensa che le contraddizioni siano indice di scarso impegno da parte di tutti. Altro aspetto rilevante riguarda il giudizio sull’impegno del Governo, ritenuto scarso per mancanza di volontà dal 29% delle persone, mentre i singoli individui si auto-giudicano carenti in fatto di attenzione alla sostenibilità “solo” nel 25% dei casi. La stessa “colpa”, la mancanza di volontà, se la attribuisce il 22% degli imprenditori e dei manager delle aziende con oltre 10 dipendenti. Scendendo nel dettaglio, la ricerca Ipsos ha messo nero su bianco le contraddizioni ritenute più rilevanti, condivise da popolazione e aziende. Nell’elenco troviamo la spinta all’uso dell’auto elettricasenza che ci sia reale chiarezza su come questa energia vengaprodotta e sull’impatto ambientale complessivo dell’auto elettrica, ma anche la troppa enfasi sulla sostenibilità, ritenuta contradditoria in un momento di crisi economica e di aumento dei prezzi.


Destano perplessità anche la spinta ai consumi attraverso i prezzi bassi, collegati allo sfruttamento dei lavoratori e ai bassi prezzi per l’acquisto delle materie prime; la tendenza al lancio di prodotti nuovi e di design sempre innovativi anziché a promuovere il riuso; le dichiarazioni di impegno per l’energia rinnovabile mentre si continuano a usare combustibili fossili. Pesa ancora, poi, la poca concretezza sulle politiche di inclusione, sulla riduzione del gender gap e la parità salariale. In generale si registra una forte critica all’individualismo e alla personalizzazione a scapito del bene comune.