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Cina contro presidente Taiwan: ripropone argomenti separatisti

Cina contro presidente Taiwan: ripropone argomenti separatistiRoma, 9 ott. (askanews) – La Cina ha accusato oggi il presidente taiwanese William Lai Ching-te di ostilità nei confronti di Pechino, dopo una serie recenti di sue affermazioni dal tono separatista. Lo ha detto Zhu Fenglian, portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan della Repubblica popolare cinese.



“L’errore di Lai Ching-te sull’indipendenza di Taiwan è solo vecchio vino in nuove bottiglie, e dimostra nuovamente la sua posizione ostinata sull’indipendenza di Taiwan e le sue sinistre intenzioni di intensificare l’ostilità e la conflittualità”, ha affermato Zhu, secondo quanto riporta oggi il South China Morning Post. Sabato scorso, Lai ha sottolineato che la Repubblica di Cina – nome ufficiale di Taiwan – è stata fondata prima della Repubblica popolare cinese, che ha celebrato la sua 75ª ricorrenza la scorsa settimana. “Dal punto di vista cronologico, è impossibile che la Repubblica popolare cinese sia la madrepatria del popolo della Repubblica di Cina”, ha detto. “Anzi, potrebbe essere proprio la Repubblica di Cina la madrepatria delle persone con più di 75 anni nella Repubblica popolare cinese”.


La Cina popolare è stata fondata nel 1949 dopo la vittoria del Partito comunista nella guerra civile. Le forze nazionaliste sconfitte del Kuomintang si rifugiarono a Taiwan, dove istituirono un governo provvisorio sotto la guida di Chiang Kai-shek. Pechino considera Taiwan una provincia separatista che deve essere riunificata con la Cina continentale, anche con la forza, se necessario. Domani Taiwan celebrerà la fondazione della Repubblica di Cina del 1911, e il discorso di Lai quel giorno sarà attentamente osservato per il suo impatto sulle relazioni tra le due sponde dello stretto.


Il discorso di insediamento di Lai a maggio, in cui ha dichiarato che “la Repubblica di Cina e la Repubblica popolare cinese non sono subordinate l’una all’altra”, ha provocato una forte reazione da parte di Pechino, che l’ha denunciato come una “affermazione d’indipendenza”. Tre giorni dopo, l’Esercito Popolare di Liberazione ha lanciato una serie di esercitazioni su larga scala intorno all’isola, che un account ufficiale sui social media ha descritto come una “punizione” per i “separatisti”.