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Fmi, Gfsr:incertezze conflitti rischiamo amplificare possibili shock

| Redazione StudioNews |

Fmi, Gfsr:incertezze conflitti rischiamo amplificare possibili shockWashington, 22 ott. (askanews) – I rischi a breve termine per la stabilità finanziaria globale restano contenuti ma le crescenti vulnerabilità del sistema rischiano di amplificare potenziali shock avversi che sono diventati più probabili a causa dei conflitti in corso e delle incertezze geopolitiche.



E’ quanto emerge dalla nuova edizione del Global Financial Stability Report presentato a Washington dal Fonfo Monetario Internazionale durante i suoi incontri annuali. “Dal Global Financial Stability Report di aprile 2024 – si legge nel rapporto – l’attività economica globale si è moderata e l’inflazione ha continuato a rallentare. Con l’allentamento monetario in corso tra le principali banche centrali, le condizioni finanziarie sono rimaste accomodanti, i mercati emergenti sono rimasti resilienti e la volatilità dei prezzi delle attività è rimasta relativamente bassa, in termini netti. I rischi per la stabilità finanziaria a breve termine, secondo la misura di rischio di crescita a un anno del FMI, rimangono contenuti intorno al 40° percentile storico. Tuttavia, le condizioni finanziarie accomodanti che tengono a bada i rischi a breve termine facilitano anche l’accumulo di vulnerabilità, come le elevate valutazioni delle attività, l’aumento globale del debito privato e pubblico e un maggiore utilizzo della leva finanziaria da parte delle istituzioni finanziarie non bancarie, che aumentano i rischi per la stabilità finanziaria in futuro”.


Secondo gli economisti del Fondo dunque “queste crescenti vulnerabilità potrebbero amplificare gli shock avversi, che sono diventati più probabili a causa dell’elevata incertezza economica e geopolitica tra i conflitti militari in corso e le incerte politiche future dei governi appena eletti. In particolare, la crescente disconnessione tra incertezza e volatilità del mercato aumenta la possibilità di improvvisi picchi di volatilità e bruschi modifiche dei prezzi delle attività, che potrebbero essere amplificati dalle vulnerabilità”. D’altronde un episodio recente e significativo a tal riguardo si è già verificato quest’anno con la turbolenza del mercato all’inizio di agosto 2024, quando la volatilità del mercato azionario è aumentata sia in Giappone che negli Stati Uniti e i prezzi delle attività globali sono diminuiti in modo significativo. “Ciò – sottolineano gli economisti Fmi – ha fornito uno scorcio delle violente reazioni che possono verificarsi quando i picchi di volatilità interagiscono con l’uso della leva finanziaria da parte delle istituzioni finanziarie per creare reazioni di mercato non lineari e accelerare le vendite”.


Il nuovo Gfsr inoltre “dimostra quantitativamente che ulteriori aumenti dell’incertezza economica potrebbero aumentare i rischi al ribasso per la crescita futura, i prezzi delle attività e la crescita dei prestiti bancari. Ad esempio, ipotizzando che l’incertezza economica reale globale aumenti di un importo equivalente al suo aumento durante la crisi finanziaria globale, il risultato negativo (in particolare, il 10° percentile) della crescita del PIL reale globale a un anno peggiora di 1,2 punti percentuali . Questo effetto è più forte quando le vulnerabilità macrofinanziarie sono più elevate o quando la volatilità del mercato è più scollegata dall’incertezza. L’incertezza può anche innescare effetti di ricaduta transfrontalieri attraverso collegamenti commerciali e finanziari.” Questo Global Financial Stability Report, in sintesi, approfondisce le vulnerabilità e gli squilibri finanziari che mettono alla prova la stabilità finanziaria, evidenziando l’urgenza per i decisori politici di affrontarli”.


A partire dagli alti livelli e dalla rapida crescita del debito sovrano “che rimangono una sfida globale, con molte giurisdizioni che non riescono a raggiungere i loro saldi primari di stabilizzazione del debito a lungo termine. In molte economie avanzate, quote sempre più grandi di emissioni di debito pubblico dovranno essere assorbite da acquirenti sensibili ai prezzi, nel contesto di un continuo inasprimento quantitativo da parte delle loro banche centrali, aumentando potenzialmente la volatilità del mercato obbligazionario”.