Slow Food: stop speculazioni, ora legge per salvare suolo agricolo
Slow Food: stop speculazioni, ora legge per salvare suolo agricoloRoma, 3 dic. (askanews) – Stop alla speculazione sul suolo: si cominci recuperando i capannoni in disuso e installando il fotovoltaico su aree dismesse, infrastrutture e parcheggi Slow Food Italia chiede un censimento nazionale degli spazi oggi non sfruttati e una legge per salvare il suolo agricolo. Secondo il rapporto Ispra 2024 sul consumo di suolo, presentato oggi, si registrano venti ettari di suolo al giorno persi, al ritmo 2,3 metri quadrati ogni secondo: nel giro di dodici mesi appena, in Italia, le nuove coperture artificiali si sono mangiate altri 72,5 chilometri quadrati di suolo.
Il consumo di suolo avanza, rileva Slow Food, anche se non ve ne sarebbe affatto bisogno, visto che la popolazione che vive in Italia continua a diminuire. Nel rapporto si scopre che, tra il 2006 e il 2023, il 12,5% del consumo totale di suolo è imputabile agli impianti fotovoltaici a terra: il dato è estremamente rilevante, tanto più se si mette a confronto con le altre voci come la costruzione di edifici e fabbricati (16% del totale) o strade pavimentate (8%). Nel 2023, gli ettari consumati per far posto a impianti fotovoltaici a terra è aumentato del 60% rispetto all’anno precedente (421 ettari rispetto ai 265 ettari della rilevazione del 2022). Veneto, Piemonte e Sicilia guidano questa classifica tanto triste quanto assurda, se si pensa che (sempre dall’analisi di Ispra) installando pannelli fotovoltaici “sui tetti degli edifici e dei fabbricati esistenti, esclusi i centri storici dei principali comuni e tutti i centri e agglomerati urbani minori”, si raggiungerebbe la soglia di energia rinnovabile prevista dal Piano nazionale integrato energia e clima.
Non solo: nel 2023, altri 504 ettari di suolo consumato sono imputabili alla logistica e alla grande distribuzione. “Si tratta di un’altra assurdità – spiega Slow Food – se si pensa all’abbondanza di capannoni già costruiti e attualmente vuoti. È sufficiente spostarsi nelle periferie industriali di qualsiasi città italiana per rendersi conto dell’offerta di spazi oggi inutilizzati”. “Alla luce di questi dati, Slow Food Italia – dichiara Barbara Nappini, presidente dell’associazione – chiede alle istituzioni e agli organi di governo dei provvedimenti per frenare il consumo di terreno agricolo; l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici e delle strutture già esistenti, salvaguardando il terreno fertile e la realizzazione di un censimento degli spazi commerciali di grande dimensione oggi inutilizzati, promuovendone il riutilizzo”.
Infine, Slow Food Italia rivolge un appello ai cittadini: “se si dispone di una porzione di terra, anche se di dimensioni esigue o in ambito urbano, la si destini a un piccolo orto o a una siepe fiorita con essenze amiche degli impollinatori, lasciando i pannelli sul tetto”.