Milano, dopo 52 anni a Palazzo Citterio apre la Grande Brera
Milano, dopo 52 anni a Palazzo Citterio apre la Grande BreraMilano, 6 dic. (askanews) – Dopo 52 anni si è finalmente realizzato l’ampliamento della Pinacoteca di Brera di Milano con l’apertura di Palazzo Citterio, che ospiterà oltre 200 opere moderne e mostre temporanee. In qualche modo il dicembre del 2024 vede la realizzazione di un sogno lungamente coltivato dall’ex direttore Franco Russoli a partire dagli anni Cinquanta. Ma cosa vedremo a Palazzo Citterio? “Innanzitutto – ci ha risposto Angelo Crespi, direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense – esposte in maniera straordinaria le grandi collezioni del Novecento, la Jesi e la Vitali con capolavori assoluti dell’arte italiana internazionale del primo Novecento, quindi Modigliani, Boccioni, una serie di Morandi davvero straordinari ma anche Carrà, Picasso, Braque e poi spazio anche alle mostre temporanee perché questo palazzo ci permetterà di avere degli spazi belli per mostre interessanti”.
La “Grande Brera” vuole ora essere un ecosistema che unisce la Pinacoteca, l’Accademia, il Giardino botanico e l’Osservatorio, e ora anche Palazzo Citterio. “Riusciamo oggi – ha aggiunto la vicedirettrice Chiara Rostagno – a dare una dimostrazione anche della volontà che si sono susseguite in questi 52 anni di cui noi siamo stati in qualche modo i privilegiati che hanno potuto portare a compimento questa grande opera. Siamo quindi debitori comunque di tutti quelli che ci hanno preceduti. Oggi apriamo una parte importante della nostra Pinacoteca, questo Palazzo Citterio che avvicina molto alla Milano d’oggi, all’Italia d’oggi, un’istituzione culturale come la nostra Pinacoteca”. Oltre alle grandi collezioni novecentesche, Palazzo Citterio ospita anche mostre temporanee e per l’inaugurazione il pubblico potrà visitare quella site-specific dedicata a Mario Ceroli con dieci lavori inediti e quella sulla comunità di arti e scienze della Grande Brera, curata da Luca Molinari.
Atro elemento importante è la collaborazione con l’architetto Mario Cucinella, che ha realizzato diversi interventi negli spazi espositivi, a partire dal tempietto in legno che accoglie le persone all’ingresso del palazzo. “Il tempietto – ci ha detto – è un modo per collegarsi anche a uno degli ultimi quadri della Pinacoteca, dove c’è lo sposalizio della Vergine di Raffaello, dove si vede questo tempio bramantesco. E poi, insomma, è anche un ricordo di Bramante a Roma, la costruzione di un piccolo tempietto all’interno di un cortile, in una visione contemporanea. Mi sembrava che fosse anche un modo per raccontare, nel momento in cui si aprono le porte dopo tanti tanti anni a Palazzo Citterio, che questo stesso palazzo continua la tradizione di inserti di architettura contemporanea, quindi questo è un po’ un dialogo tra la città, la storia della città e la contemporaneità”. Insomma, la macchina della Grande Brera si sta mettendo in moto. Il lavoro di anni giunge a un nuovo punto di partenza dopo un percorso non facile. “Sono precipitato dentro in una macchina molto complessa, abbiamo avuto tantissimi problemi – ha concluso Angelo Crespi – ma non abbiamo mai perso di vista l’obiettivo, ho focalizzato l’obiettivo e devo dire che in parte mi ascrivo il merito, in parte è anche una questione secondo me di spirito dei tempi, era il momento giusto, tutto concordava perché potessimo arrivare a questa apertura”.
Il resto lo potrà dire solo il tempo.