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Salva l’Italia della pesca: nessuna riduzione giorni per il 2025

Salva l’Italia della pesca: nessuna riduzione giorni per il 2025Roma, 11 dic. (askanews) – Non ci sarà alcuna riduzione dei giorni di pesca per la flotta a strascico made in Italy nel 2025. Grazie alla tenace azione diplomatica del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida l’Italia della pesca esce così quasi indenne dall’ultimo consiglio Agrifish, tenutosi il 9 e 10 dicembre a Bruxelles, nel corso del quale è stato trovato un difficile accordo politico tra i ministri europei della Pesca sulle opportunità di pesca nell’Atlantico, nel Mare del Nord, nel Mar Nero e soprattutto nel Mar Mediterraneo per il 2025.



L’accordo, raggiunto dopo due giorni di intensi negoziati, stabilisce limiti di cattura, i cosiddetti “totali ammissibili di cattura” (TAC), e limiti di sforzo di pesca per gli stock ittici commerciali più importanti. Le maggiori difficoltà hanno riguardato proprio l’area Mediterranea: nel precedente Agrifish Italia, Francia e Spagna in un documento congiunto avevano chiesto uno stop alla riduzione degli sforzi di pesca per il 2025 nel Mediterraneo per non penalizzare ulteriormente le proprie marinerie, già logorate da anni di restrizioni. A fronte della richiesta di stop chiesta da Francia, Italia e Spagna, la proposta messa sul tavolo dall’Esecutivo europeo prevedeva il 38% di riduzione dei giorni di pesca per il 2025 per l’intera area coperta dalle GSA 9, 10 e 11 (da Imperia a Trapani, Sardegna inclusa) per gli attrezzi trainati, ovvero lo strascico. Era inoltre previsto un taglio della quota gambero viola e del gambero rosso rispettivamente del 18% e del 29% rispetto al livello 2024. A difesa del nasello, erano poi previste altre misure che interessano alcuni sistemi di pesca, introducendo per la prima volta un limite di cattura. Posizioni inevitabilmente molto lontane, quelle tra la Commissione e i tre Paesi membri.


Al termine del Consiglio, invece, il risultato ottenuto è positivo perchè, grazie ad un articolato set di misure di compensazione incrementato rispetto al 2024, come spiega dettagliatamente Fedagripesca, l’Italia potrà di fatto annullare l’intero taglio proposto dalla Commissione Ue. E sarà solo del 6% il taglio della quota di gamberi di profondità, sia viola che rosso. Sulla piccola riduzione della pesca del gambero “sono già allo studio misure di compensazione per attenuare ulteriormente l’impatto”, ha fatto sapere il ministro Lollobrigida. “Una riduzione che in queste percentuali avrà un impatto pressoché neutro sulla flotta coinvolta visto che già la quota 2024 non è stato interamente consumata e che entro il luglio cesserà l’attività di circa il 15% dell’intera capacità della flotta che effettua questo tipo di pesca per effetto del bando delle demolizioni”, spiega il vicepresidente di Fedagripesca Paolo Tiozzo.


Sarà solo del 13%, invece del 25% proposto, il taglio dei giorni di pesca per i palangari. Per il nasello, pescato con diversi sistemi di pesca, dal 2025 ci sarà un tetto alle catture pari a 261,5 tonnellate rispetto alle 215,5 tonnellate proposte in partenza dalla Commissione europea. Quanto alle altre aree di pesca (Adriatico, Ionio, canale di Sicilia e mare di levante) restano valide le decisioni assunte in ambito FAO/GCPM adottate un mese fa. Il ministro Lollobrigida spiega quindi che “per tutto il 2025 non ci sarà nessuna riduzione dei giorni di pesca per la flotta a strascico italiana. È la prima volta che l’Italia ottiene un simile successo, proteggendo concretamente il futuro del settore ittico e delle marinerie nazionali”.