Roma, 7 apr. (askanews) – Elly Schlein lancia la sua scommessa, la leader Pd vara una segreteria che affida i posti-chiave a figure appena entrate nel partito e dimostra, ancora una volta, di voler davvero voltare pagina. La coordinatrice della segreteria sarà Marta Bonafoni, solo da pochi giorni iscritta ai democratici, l’organizzazione andrà a Igor Taruffi, assessore in Emilia Romagna che viene da Sel, il suo caposegreteria sarà Gaspare Righi, suo braccio destro da anni che l’ha seguita anche nel percorso fuori dal partito, mentre il capo della comunicazione sarà il suo portavoce Flavio Alivernini, in passato collaboratore di Laura Boldrini ai tempi della presidenza della Camera. Una scelta coerente con quella “linea chiara” più volte promessa dalla segretaria. Entra la minoranza di Stefano Bonaccini, ma con vivaci mal di pancia di alcuni, a cominciare da Base riformista di Lorenzo Guerini. Restano invece fuori Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, che infatti protestano.
Certo in segreteria non manca una robusta rappresentanza delle varie “aree”, il termine più elegante per definire le correnti. C’è Giuseppe Provenzano agli Esteri, gli orlandiani Marco Sarracino (Sud e coesione territoriale) e Antonio Misiani (Economia), senza contare il tesoriere Michele Fina. Articolo 1 ottiene addirittura due posti, con Alfredo D’Attorre e Cecilia Guerra (Lavoro), mentre per l’area di Dario Franceschini c’è Marina Sereni (Salute). Gli “ulivisti” che hanno ormai abbandonato Bonaccini entrano con Irene Manzi (Scuola), mentre resta fuori Pina Picierno per molti giorni accreditata come possibile vice-segretaria. Quindi, i bonacciniani Alessandro Alfieri (Riforme e Pnrr), Debora Serracchiani(Giustizia) e Andrea Baruffi (Enti locali). E’ evidente, però, la voglia di rinnovamento, di un Pd più aperto all’esterno, ai movimenti, al civismo. Una scelta coraggiosa se si considera la storia del Pd e le dinamiche delle varie correnti, che infatti qualche perplessità la fanno trapelare, anche se sottovoce. Solo Cuperlo e De Micheli, appunto, si espongono per contestare l’esclusione dalla segreteria. Bonaccini ha convocato i suoi stamattina per ottenere un poco convinto via libera alla gestione unitaria. Lorenzo Guerini, tra gli altri, si è detto convinto che l’impianto della segreteria fosse poco chiaro e avrebbe preferito restare fuori. Ma il presidente Pd, raccontano, avrebbe ribadito che questo è il momento di dare una mano, sottolineando che gli elettori Pd non capirebbero smarcamenti in un momento tanto delicato.
Solo mugugni, al momento, ma che fanno capire quanto la scommessa della segretaria sia ambiziosa. La Schlein cambia pelle al partito, imprime una svolta netta e lo fa sull’onda del successo delle primarie e della crescita nei sondaggi di queste settimane. Un primo test elettorale ci sarà tra qualche settimana, con le amministrative, ma il vero esame saranno le europee del prossimo anno. Sarà lì il primo vero esame per la neo-segretaria che oggi ha ribadito di voler essere “un problema per il governo di Giorgia Meloni”.