Roma, 10 apr. (askanews) – Il comando del teatro meridionale dell’Esercito popolare cinese è impegnato “con forze navali e aeree nella ricerca e nel monitoraggio della navigazione del cacciatorpediniere della marina statunitense USS Milius, entrato nella giornata di lunedì illegalmente nelle acque vicino alla barriera corallina cinese di Meiji nelle isole Nansha nel Mar cinese meridionale”. Lo segnala un tweet del quotidiano governativo Global Times, attribuendo la notizia a un portavoce delle forze armate di Pechino. Le Nansha sono quelle che a livello internazionale sono più note come isole Spratly, contese fra diverse nazioni, nel cui mare Washington rivendica libertà di navigazione.
La nave americana è passata entro 12 miglia nautiche dalla barriera corallina delle isole Nansha, rivendicata dalla Cina e da altri Paesi della regione. “Il cacciatorpediniere USS Milius ha condotto un’intrusione illegale nelle acque adiacenti al Meiji Reef nelle isole cinesi di Nansha, senza l’approvazione del governo cinese”, ha dichiarato Tian Junli, portavoce del Comando meridionale della Cina, aggiungendo che l’aeronautica militare di Pechino “ha seguito e effettuato la sorveglianza della nave”. Le manovre cinesi, iniziate sabato per tre giorni, mirano a protestare contro l’incontro di mercoledì scorso del presidente taiwanese Tsai Ing-wen con il presidente della Camera dei Rappresentanti americana, Kevin McCarthy.
L’obiettivo è di simulare una “chiusura” del territorio di 23 milioni di abitanti rivendicato da Pechino, ha spiegato l’esercito cinese. E in particolare un “blocco aereo”, secondo la televisione di Stato Cctv. Il Comando orientale dell’Esercito popolare cinese ha detto che Shandong, una delle due portaerei cinesi, “ha partecipato all’esercitazione di oggi”. Taiwan ha dichiarato di aver rilevato nella giornata di oggi 11 navi da guerra cinesi e 59 aerei intorno all’isola. Durante il fine settimana aerei da combattimento e navi da guerra hanno simulato bombardamenti mirati contro l’isola, nell’ambito di questa operazione denominata “Joint Sword” e denunciata da Taiwan.