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Il promotore di giustizia del Vaticano: il Papa vuole la piena verità sul caso Orlandi

| Redazione StudioNews |

Il promotore di giustizia del Vaticano: il Papa vuole la piena verità sul caso Orlandi


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Roma, 11 apr. (askanews) – “Sul caso Orlandi Papa Francesco e il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, vogliono che emerga la verità senza riserve. Il desiderio e la volontà ferrea del Papa e del Segretario di Stato sono di fare chiarezza senza riserve”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera il Promotore di Giustizia della Città del Vaticano, Diddi, che oggi incontrerà Pietro Orlandi e la sua avvocatessa Laura Sgrò: “Sia il Santo Padre che il cardinale Parolin – ribadisce – mi hanno concesso massima libertà d’azione per indagare ad ampio raggio senza condizionamenti di sorta e con il fermo invito a non tacere nulla. Ho il mandato di accertare qualunque aspetto in uno spirito di franchezza, di ‘parresia’ evangelica e tale approccio è ciò che più conta”.

Riguardo il suo lavoro, Diddi spiega che “qualche iniziale risultato è stato conseguito” e le carte “ho avuto modo di leggerle e analizzarle. Ci sono state anche acquisizioni interne di carte vecchie, vecchissime, impolverate. E altre ne sto cercando ancora”. Sulle audizioni di testi interni al Vaticano, “stiamo lavorando anche su questo versante. Sentiremo Pietro Orlandi e acquisiremo le necessarie informazioni testimoniali, ascoltando quanto di inedito ha da riferirci. Ci sono all’interno e all’esterno del Vaticano figure ancora reperibili. Anche nell’ambito della pregressa inchiesta romana sono stati fatti accertamenti importanti, ma tecnicamente, il mio team ed io non possiamo fare indagini in Italia: siamo disposti, nell’ottica della reciproca collaborazione, a eseguire eventuali richieste che la Procura di Roma volesse far pervenire a noi”. Infine, sulle ipotesi del coinvolgimento della Banda della Magliana nel sequestro di Emanuela, Diddi conclude: “Temo che il ruolo della Banda della Magliana nel caso Orlandi sia stato sopravvalutato, sebbene esistano alcune evidenze. La situazione, tuttavia, impone un inquadramento più ampio”.