Africa, Tajani a G7: dare risposte concrete per fermare autocrazie
Africa, Tajani a G7: dare risposte concrete per fermare autocraziePescara, 23 ott. (askanews) – Fornire una “risposta globale ambiziosa” alle sfide dello sviluppo e alle molteplici crisi internazionali, guardando in particolare alle opportunità di crescita offerte dal continente africano, che non ha ancora saputo sfruttare al meglio tutte le risorse di cui dispone. Investire in Africa, puntare su sicurezza alimentare e sistemi agroalimentari sostenibili, infrastrutture e salute globale, scommettere sui suoi giovani, significa assicurare “un futuro migliore per tutti”. Ma anche sradicare, sul nascere, le radici più profonde dell’immigrazione irregolare. E’ questo il messaggio lanciato dal G7 Sviluppo di Pescara, che oggi ha vissuto la sua seconda giornata di lavori. “Il G7 ha il dovere di dare risposte” al continente africano “che ci guarda con grande attenzione. E’ importante che le democrazie rispondano ai popoli africani, altrimenti c’è il rischio che rispondano le autocrazie”, ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha citato esplicitamente “Cina, Iran e Russia”.
Secondo i rappresentanti dei Paesi membri riuniti in Abruzzo, “troppe persone, in particolare nei Paesi a basso reddito, stanno soffrendo” nel mondo, per cause diverse: “conflitti, declino economico e povertà, mancanza di accesso a servizi sanitari di qualità e accessibili, accesso all’acqua, servizi igienici, crisi educativa globale, cambiamenti climatici, degrado ambientale e inquinamento, perdita di biodiversità, scarse risorse idriche, insicurezza energetica, divari digitali, disuguaglianze di genere e discriminazione, insicurezza alimentare e malnutrizione”. E proprio sul tema della sicurezza alimentare, a Pescara, “c’è stata una grande convergenza” tra i paesi del G7, “un grande impegno di tutti, ma anche la volontà di tutti di coinvolgere il settore privato”, ha detto Tajani, che nell’agenda dei lavori odierni ha fortemente voluto una sessione dedicata alla catena di valore del caffè. “Abbiamo avuto Illy e Lavazza, due grandi imprenditori del settore, perché abbiamo voluto far sì che il caffè si trasformasse in una sorta di grande progetto pilota che può essere seguito da altri settori agroindustriali”, ha commentato. Nella direzione di una risposta globale “ambiziosa” alle richieste africane vanno certamente il Global Gateway europeo e il Piano Mattei, ha ricordato il titolare della Farnesina. “L’Africa guarda prima noi, perché siamo i più vicini”, ha sottolineato Tajani. “Quindi abbiamo il dovere di rispondere positivamente alle loro richieste, essere impegnati”. Per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in Africa entro il 2030 sono necessari finanziamenti aggiuntivi complessivamente pari a circa 194 miliardi di dollari all’anno. E l’Italia farà la sua parte, in particolare con un’iniziativa strategica per la regione dell’Africa australe. Il governo, infatti, si è impegnato a finanziare fino a 320 milioni di dollari per lo sviluppo sostenibile delle infrastrutture ferroviarie principali del Corridoio di Lobito e dei relativi progetti collaterali. Inoltre, il nostro Paese e gli altri membri del G7 mobiliteranno fino a 600 miliardi di dollari entro il 2027 per ridurre il divario di investimenti infrastrutturali attraverso il Partenariato G7 per le Infrastrutture Globali e gli Investimenti. “Investire in infrastrutture sostenibili, industrializzazione e innovazione è fondamentale per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e attrarre altri investimenti produttivi per una crescita inclusiva e la creazione di posti di lavoro dignitosi e di qualità”, hanno sottolineato i ministri nella dichiarazione finale di Pescara, con cui hanno confermato l’intenzione di concentrarsi “sulle regioni e sui settori in cui gli investimenti infrastrutturali hanno il maggiore impatto, tra cui il continente africano e la più ampia regione indo-pacifica”.
Fondamentale, per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e per il rafforzamento delle opportunità di istruzione e formazione in favore dei giovani, è poi considerato il contributo dei missionari, in particolare nell’Africa sub-sahariana. A margine del G7, Tajani ha incontrato gli italiani, la cui attività ha evidenti collegamenti con il Piano Mattei e con il nesso migrazioni-sviluppo. “La vostra presenza è indispensabile” e rappresenta uno strumento della politica estera italiana, ha detto il ministro. “Dobbiamo capire come rapportarci con l’Africa, capire qual è il nostro ruolo, dell’Italia e dell’Ue, avere una visione complessiva. Vogliamo dare risposte concrete e far sì che la risposta alle richieste” dell’Africa “sia positiva e non disattenta, altrimenti rischiamo che arrivano Cina, Iran e Russia”. Quanto al tema del rapporto tra immigrazione e sviluppo, Tajani ha ricordato che non è possibile pensare ai flussi migratori come se fosse “solo una questione di ordine pubblico”. Bisogna risolvere il problema “a monte”, “puntando sullo sviluppo del continente e accogliendo i migranti regolari”. A questo proposito, in linea con il comunicato dei leader del G7 riuniti in Puglia, nella dichiarazione di Pescara è emerso “l’impegno collettivo a migliorare la cooperazione per affrontare i fattori trainanti della migrazione irregolare e degli spostamenti forzati e cogliere le opportunità che la migrazione porta a livello globale”. “Nel farlo”, si legge, “lavoreremo in partnership con i paesi di origine, transito e destinazione per supportare il loro sviluppo sostenibile, la loro resilienza e la loro stabilità”. (di Corrado Accaputo)