
Agea: il sistema dei pagamenti ha bisogno di programmazione
Agea: il sistema dei pagamenti ha bisogno di programmazioneRoma, 7 apr. (askanews) – “Dobbiamo entrare nell’ottica che il sistema dei pagamenti ha bisogno di programmazione. E la programmazione deve coinvolgere più interlocutori: la task force è diventato il leit motiv dell’operato di Agea, per ogni misura e ogni intervento. Solo così raggiungiamo i risultati auspicati dai nostri agricoltori e allevatori”. Lo ha detto Fabio Vitale, il direttore generale dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, nel corso della tavola rotonda dedicata alla Promozione Vino verso i Paesi Terzi che ieri ha coinvolto le sigle nazionali e i consorzi del settore.
Durante la tavola rotonda dal titolo “Vino e promozione nei Paesi Terzi: la normativa, la filiera del territorio e il ruolo di Agea” si è aperta la riflessione sulla Promozione del Vino verso i Paesi Terzi. Luca Rigotti di Confcooperative-FedagriPesca, ha sottolineato che gli USA sono il primo mercato dell’export italiano e ha auspicato la costruzione e il rafforzamento di un confronto attivo e collaborativo con Ue, Masaf e Agea per evitare di perdere la competitività italiana e Cristina Tinelli di Confagricoltura ha aggiunto: “siamo la culla della promozione attraverso l’OCM e adesso è il momento di aggredire nuovi mercati. I dazi? Situazione difficile ma di vigile attesa, anche sulle barriere non tariffarie ma senza allarmismi”. Anche la posizione di Federdoc, espressa da Filippo Mobrici, è quella di aprire nuovi scenari in cui le istituzioni abbiano una parte fondamentale. La priorità, ha affermato, è quella di non cedere alla preoccupazione ma di focalizzare l’attenzione sulla resilienza del nostro Paese. L’atteggiamento è rivolto al monitoraggio di quello che succederà nei prossimi mesi, ma è fin d’ora indispensabile mantenere aperto il tavolo di confronto per poter attivare tutte le risorse e le competenze.
Per Carmen Caruccio di Unione Italiana Vini, la principale preoccupazione sono i dazi al momento, “gli USA sono lo specchio dell’export – ha detto – Il 35% dei progetti presentati dai nostri associati è diretto al mercato americano. ll sistema è troppo complesso, troppo difficile, soprattutto le piccole e micro aziende hanno paura di eventuali sanzioni a fronte di errori”. Per Fabio Refrigeri di Coldiretti, “abbiamo un anno di fronte e parametriamo quello che abbiamo fatto. Il colloquio non è mai mancato: oggi è il primo weekend dopo i dazi aspettiamo di vedere cosa succede. Si è prodotto un allarme di grande incertezza, introdurre deroghe è prezioso ma vediamo e analizziamo se c’è qualche altro mercato. È un tempo completamente nuovo. Tra un anno ne riparliamo dati alla mano”.
Domenico Mastrogiovanni, responsabile settore vino di Cia, spiega che è necessario semplificare: “se con il Masaf c’è un rapporto reciproco e fruttuoso, Agea ha dimostrato capacità di reazione alle difficoltà intervenute. Vi chiediamo supporto perché spesso non riusciamo a capire dove sbagliamo: serve un vocabolario condiviso che faccia capire ai piccoli come muoversi e intercettare progetti facili da realizzare” ha detto, evidenziando che se il problema sono gli USA, proporre progetti su nuovi paesi target aumenta e alimenta nuove strade.