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Agrumi: la produzione made in Italy vale 1,8 miliardi di euro

Agrumi: la produzione made in Italy vale 1,8 miliardi di euroRoma, 21 feb. (askanews) – Oltre 1.800 milioni di euro e 3,2 milioni di tonnellate di produzione. Sono i numeri che rendono l’Italia uno dei principali produttori di agrumi in Europa, con un’offerta che spazia dalle arance, ai limoni, ai mandarini, ai pompelmi, ai clementini e ai bergamotti. A fare il bilancio è il Crea in occasione del Citrus Day, il consueto appuntamento annuale per fare il punto sul settore, organizzato per oggi 21 febbraio dal CREA Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura, presso la sua sede di Acireale, che è un punto di riferimento scientifico e tecnico per l’intera filiera agrumicola nazionale.



Il presidente del Cra, Andrea Rocchi, sottolinea che la qualità organolettica degli agrumi italiani, “dovuta anche alla posizione geografica privilegiata, ha permesso all’agrumicoltura italiana di distinguersi per sostenibilità, attenzione alla salute del consumatore e forte identità legata a dieta mediterranea e territorio. Come Crea, da oltre 150 anni, siamo il punto di riferimento scientifico della filiera e lavoriamo costantemente sull’innovazione e la competitività, con uno sforzo sempre maggiore verso il trasferimento tecnologico”. Articolato nella consueta Mostra pomologica dedicata all’ampia collezione di agrumi presenti presso le aziende sperimentali del Crea, incluse le nuove varietà brevettate e quelle in corso di brevettazione. Si tratta di un appuntamento annuale, in cui da oltre un secolo la Ricerca incontra i diversi stakeholders, le organizzazioni e l’intera filiera agrumicola nazionale per orientare le attività future, presentare i risultati conseguiti, confrontare il panorama varietale esistente con le innovazioni ottenute.


Il Crea è impegnato in azioni di miglioramento genetico, innovazioni di processo e di prodotto, difesa delle piante, sostenibilità, qualità e tracciabilità per recuperare, tutelare e valorizzare l’agrobiodiversità, in particolare agrumicola, e soprattutto per innovare con tecniche all’avanguardia, come le TEA, in grado sia di tutelare la tipicità dei prodotti locali sia di migliorare la qualità dei frutti. Ma le ricerche sono focalizzate anche sulla scelta del portinnesto, decisiva per garantire la produttività degli agrumeti, la qualità delle produzioni e la resistenza a parassiti e stress ambientali.