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Al Campus Bio-Medico inaugurata la “Barca di carta” di Sigalot

Al Campus Bio-Medico inaugurata la “Barca di carta” di SigalotRoma, 23 feb. (askanews) – La “barca di carta” in acciaio realizzata da Daniele Sigalot, artista italiano di fama internazionale, naviga nei giardini della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, grazie alla donazione voluta dai genitori di Bernardo Marziani. Il ventenne si è spento il 13 giugno dello scorso anno presso il policlinico di Trigoria, dove era in cura dal 2022 per un sarcoma di Ewing alla gamba sinistra.



L’opera d’arte – ribattezzata “L’Astrobarca di Berni” e inaugurata questa mattina alla presenza della famiglia e degli amici del giovane, del team di sanitari che lo ha seguito durante tutto il corso della malattia e dei vertici dell’ospedale – simboleggia l’amore per il viaggio e la volontà di esplorare i confini della fantasia, le stesse passioni che animavano Bernardo, figlio della giornalista e scrittrice Elena Martelli e del critico d’arte e giornalista Gianluca Marziani. Ma la scultura rappresenta anche, emblematicamente, il percorso di accompagnamento che i sanitari compiono al fianco dei malati, la passione, la vicinanza, la dedizione, pienamente in linea con la mission, sintetizzata nella formula “la Scienza per l’Uomo”, che caratterizza il Policlinico Campus Bio-Medico fin dalle sue origini, come ha ricordato il presidente della Fondazione Carlo Tosti: “Il nostro obiettivo non è mai stato solamente curare, ma prendersi cura, accompagnare e supportare i pazienti durante tutto il loro percorso clinico. Ogni giorno perseguiamo la finalità di garantire i più elevati livelli di cura e assistenza, in risposta al bisogno di salute della persona, attraverso un modello organizzativo sostenibile e attento a ogni singola persona”. Bernardo viveva tra Roma e Amsterdam dove studiava. Sui suoi canali social (Instagram e TikTok) ha parlato apertamente del proprio tumore, dei sintomi e della terapia, rispondendo alle domande sulle sue giornate e sui trattamenti ricevuti, come quando raccontò del casco refrigerante utilizzato durante le chemio a infusione per limitare la caduta dei capelli, “poco conosciuto in Italia, il mio ospedale a Roma, infatti, è uno dei pochi a usarlo”.


Per ricordare il figlio, che con la propria testimonianza diretta e spontanea “ha tracciato ogni giorno linee d’amore che hanno connesso, rigenerato, dato un senso”, i genitori di Bernardo, insieme alla WEM Gallery di Marco Bracaglia, hanno deciso di donare al Policlinico Campus Bio-Medico l’opera d’arte firmata da Sigalot. Alta 160 centimetri, lunga 300 e larga 150, con un peso complessivo di 200 kilogrammi, l’opera fa parte della serie Origami. A partire dal confronto con un semplice foglio di carta, l’artista ne libera le infinite possibilità e le rende scultura. Tra illusione e fantasia, gli origami di Sigalot, all’apparenza fragili e cartacei, sono realizzati in metallo e assumono forme diverse che richiamano il mondo della fantasia più genuina dell’infanzia. “Ci auguriamo che questa scultura possa offrire ai pazienti e alle loro famiglie un istante magico, la possibilità di un viaggio da fermi, l’idea luminosa che l’amore e la bellezza siano parte fondamentale della cura”, hanno scritto la mamma e il papà di Bernardo nella targa posta al fianco dell’opera, installata nell’area verde di fronte all’ingresso nella hall del Policlinico. “Basiamo da sempre la nostra attività sulla centralità della persona e sull’umanizzazione delle cure e del rapporto con i pazienti”, ha commentato l’amministratore delegato e direttore generale del Policlinico Campus Bio-Medico Paolo Sormani, che poi ha aggiunto: “Quest’opera d’arte costituisce un ulteriore tassello del nostro impegno per una sanità sempre più umana e attenta ai bisogni dei pazienti. Un’iniziativa concreta che mira a coltivare il rapporto tra l’ospedale, le persone e il territorio, nel ricordo di Bernardo”.


Il sarcoma di Ewing è un tumore raro delle ossa e delle parti molli, ad alto grado di malignità. Tipicamente insorge negli adolescenti (l’85% dei casi si verifica intorno ai 15 anni), colpendo in particolare il femore e la tibia. Ogni anno in Europa vengono diagnosticati 600 nuovi casi, di cui circa 60 in Italia. In occasione dell’inaugurazione dell’opera d’arte, la Fondazione ha inoltre attivato, in accordo con i genitori del giovane, un fondo intitolato al ragazzo che mira a finanziare la ricerca sui sarcomi in grado di generare un impatto anche sull’assistenza dei pazienti a medio-lungo termine. “I sarcomi sono un gruppo di malattie estremamente eterogeneo, ne esiste oltre un centinaio di sottotipi istologici”, ha spiegato il professor Bruno Vincenzi, responsabile del Day Hospital oncologico del Policlinico, che ha seguito Bernardo durante tutto il decorso della malattia. “Ciò rende necessario personalizzare non solo il percorso di cura, ma anche il follow-up. In questo percorso è fondamentare il lavoro di un’equipe multidisciplinare esperta, come avviene al Campus Bio-Medico”.