Al Teatro Torlonia di Roma “Molto rumore per nulla”
Al Teatro Torlonia di Roma “Molto rumore per nulla”Roma, 15 ott. (askanews) – La messa in scena, nel bellissimo teatro di Villa Torlonia, di “Molto rumore per nulla, ovvero Tante pene per una cosetta da niente”, arriva a conclusione di un lavoro durato due anni che ha coinvolto per iniziativa del Teatro di Roma, un gruppo di giovani attori sotto la regia di Tommaso Capodanno. Uno Shakespeare giocoso e senza freni, tradotto e adattato per questa occasione da Tommaso Capodanno e Matilde D’Accardi, che hanno “costruito” il testo lavorando con i loro interpreti. Ma non sarà un “saggio di fine anno”, bensì un vero spettacolo con le sue repliche, perché il lavoro formativo del teatro di Roma ha lo scopo di professionalizzare e mettere alla prova del palcoscenico “adulto” questi giovani interpreti.
“Molto rumore per nulla” è il gioco dell’amore e delle relazioni di coppia. Tra artifici, inganni, fraintendimenti e doppi sensi sessuali, Shakespeare mette in scena, in una macchina teatrale perfetta, due storie parallele, una a far da contrappunto all’altra: quella di Claudio ed Ero e quella di Beatrice e Benedetto. La prima, nello svolgimento, nell’utilizzo del verso, sembra ricordare una fiaba: un modello antico e meccanico di coppia che non appartiene più – e forse non è mai appartenuto – alla realtà. La seconda, invece, improntata su un linguaggio in prosa, è più vicina a noi, perché racconta le difficoltà di entrare in relazione con l’altro, di aprire uno spazio dentro noi stessi – quel “nulla” (nothing) che è nel titolo – affinché l’altro lo possa attraversare. Queste due coppie, a colpi di bugie, intrighi e stoccate lanciate con la lingua, riusciranno a trovare il loro lieto fine. Lo spettacolo, in una nuova traduzione fatta per rendere il testo accessibile a tutti gli spettatori e le spettatrici anche ai ragazzi, ha un cast di giovani attori e attrici e trasporterà il pubblico nell’atmosfera estiva e spumeggiante di Messina, scenario di scandali e pettegolezzi, in una delle più brillanti “commedie italiane” di Shakespeare.