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Alcune delle cose che ha detto il Presidente della Corte costituzionale

| Redazione StudioNews |

Alcune delle cose che ha detto il Presidente della Corte costituzionaleRoma, 18 mar. (askanews) – “In un sistema costituzionale fondato sulla separazione dei poteri, al rigoroso rispetto delle decisioni delle magistrature deve corrispondere l’altrettanto rilevante rispetto delle decisioni delle sedi parlamentari, espressione della sovranità popolare”. Così il presidente della Corte costituzionale, Augusto Antonio Barbera, nel corso della riunione straordinaria della Consulta alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Mi sia consentito rivolgere un invito alle Camere, affinché, ormai esaurite le prime due votazioni, provvedano nel più breve tempo” a completare la composizione della Consulta eleggendo il quindicesimo giudice. “A tale proposito, non è superfluo ricordare che l’apporto di ciascun giudice è essenziale per il buon esito del giudizio costituzionale, fondato sulla piena collegialità”, ha aggiunto.



“Le previsioni costituzionali assicurano efficacemente accanto al pluralismo, l’indipendenza della Corte. Quest’ultima non rischia di essere minata da contingenti vicende politiche, sia in ragione della diversificazione dei canali di accesso, sia alla luce dell’ampia maggioranza richiesta per l’elezione dei giudici di estrazione parlamentare, sia per il divieto di rielezione. E ciò a differenza di quanto previsto per la composizione di altre Corti europee, talvolta impropriamente accostate a quella italiana”, ha proseguito. La Corte Costituzionale auspica un intervento del legislatore sul fine vita, sia sulla condizione anagrafica dei figli di coppie dello stesso sesso. “Non si può non manifestare un certo rammarico per il fatto che nei casi più significativi il legislatore non sia intervenuto, rinunciando ad una prerogativa che ad esso compete, obbligando questa Corte a procedere con una propria e autonoma soluzione, inevitabile in forza dell’imperativo di osservare la Costituzione”, ha affermato Barbera.


“È con questo spirito che si auspica sia un intervento del legislatore che dia seguito alla sentenza n. 242 del 2019 (il cosiddetto caso Cappato), sul fine vita, sia un intervento che tenga conto del monito relativo alla condizione anagrafica dei figli di coppie dello stesso sesso (come già auspicato nelle due sentenze n. 32 e n. 33 del 2021)”, ha aggiunto sottolineando che in entrambi i casi “il silenzio del legislatore sta portando, nel primo, a numerose supplenze delle assemblee regionali; nel secondo, al disordinato e contraddittorio intervento dei Sindaci preposti ai registri dell’anagrafe”. “Tra il 2022 e il 2023 dall’angoscia della pandemia si è passati al fragore delle armi, prima ai confini dell’Europa, per effetto dell’aggressione russa al popolo ucraino, e adesso nel Medio Oriente, per l’orrore degli attacchi terroristici e le dure reazioni israeliane”. “Questa Corte è chiamata ad essere ‘custode della Costituzione’, ma è tenuta ad essere altrettanto attenta a non costruire, con i soli strumenti dell’interpretazione, una fragile ‘Costituzione dei custodi’” detto il presidente della Corte costituzionale.


“Del resto importanti innovazioni nella storia della Repubblica – si pensi alla disciplina dell’interruzione della gravidanza o a quella delle unioni civili – sono state il frutto del concorso di rilevanti pronunce della Corte costituzionale, a cui hanno fatto seguito non meno significative decisioni legislative, che hanno visto ampiamente coinvolta la rappresentanza popolare. Tale convergenza si è resa virtuosa proprio perché in questi ambiti la lettera della Costituzione non indicava una soluzione univoca”, ha spiegato Barbera. “Nell’anno passato sono state assunte 229 decisioni, contro le 270 del 2022”. “Il calo del numero delle decisioni prima evidenziato si collega, in particolare, alla riduzione del numero dei ricorsi in via principale. Nell’anno 2023, infatti, ne sono stati promossi solo 35, con una diminuzione di circa il 60% rispetto all’anno precedente”, ha aggiunto.


“Tale sensibile decremento del contenzioso tra Stato e Regioni è verosimilmente imputabile ai meccanismi di raccordo politico fra Governo e Regioni che permettono loro di mediare tra le reciproche posizioni e di raggiungere punti di composizione. Su questi ultimi non spetta alla Corte intervenire, fermo restando – è ovvio – il possibile successivo controllo di costituzionalità in via incidentale che potrebbe avere luogo sulla medesima normativa”, ha detto ancora.