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Allenarsi senza soffrire: mito o realtà?

Allenarsi senza soffrire: mito o realtà?Roma, 2 ott. (askanews) – Italiani ed attività fisica non formano esattamente un’accoppiata vincente. Recentemente l’Istituto Superiore di Sanità ha fotografato il livello di pigrizia del nostro Paese: gli adulti fisicamente attivi tra i 18 e i 69 anni sono poco meno di uno su due (48%), Il 24% lo è solo parzialmente, mentre quasi 3 su 10 (28%) sono sedentari. Il problema aumenta con l’avanzare dell’età. Le passeggiate e la cura della casa sono le attività preferite.



La poca inclinazione al movimento e la tendenza a preferire attività leggere, potrebbero essere spiegate dal fatto che praticare sport evoca immagini di impegno e fatica, portando così molte persone ad evitarlo. Dunque, è possibile cambiare percezione nei confronti del movimento fisico e renderlo più attraente ed accessibile, affinché le persone non si sentano sopraffatte da questa idea di fatica? “No Pain, No Gain”, ovvero “nessun dolore, nessun guadagno”, è ciò che molti pensano dell’attività sportiva. L’idea si è radicata così profondamente nel pensiero comune, al punto che il successo e la forma fisica siano raggiungibili solo attraverso sofferenza e fatica – afferma Federica Accio, chinesiologa esperta di benessere. Invece è possibile raggiungere i propri obiettivi senza dover affrontare allenamenti estenuanti e sottostare ad obblighi severi. Ascoltare il proprio corpo è fondamentale, è necessario però acquisire consapevolezza di ciò che si sta facendo e delle proprie possibilità, senza strafare, soprattutto se si è alle prime armi. Un traguardo possibile solo attraverso un approccio equilibrato e soft”.


La moderazione è dunque essenziale: l’attività fisica è un potente strumento preventivo contro molte malattie, ma gli eccessi possono avere effetti indesiderati o addirittura controproducenti. Tuttavia, il modello attuale tende a focalizzarsi sulla performance, enfatizzando il superamento dei propri limiti come condizione imprescindibile per raggiungere risultati. “Contrariamente a quanto si possa pensare, andare in affanno o sentirsi fisicamente e mentalmente sovraccaricati durante l’esercizio fisico, così come avvertire dolore successivamente, non è affatto salutare – spiega Federica Accio – l’attività dovrebbe seguire tre fasi: cardiovascolare, rinforzo muscolare e stretching, evitando qualsiasi eccesso. Se continuiamo a credere che ‘Chi bella vuole apparire deve soffrire’, sempre meno persone saranno motivate a praticare sport, vivendolo come fonte di sacrifici e rinunce. Invece, l’approccio deve essere lento e graduale. Non dimentichiamo, inoltre, che molti hanno vissuto esperienze precedenti spiacevoli, con allenamenti troppo intensi e stressanti. fisicamente e psicologicamente. Quando iniziamo un’attività fisica, ci poniamo un obiettivo sostenibile e, per raggiungerlo, è necessaria la moderazione. È fondamentale promuovere il movimento come una terapia di benessere psicofisico, una condizione più difficile da raggiungere ma più facile da conservare nel tempo, che non solo funge da prevenzione per la salute, ma regala anche soddisfazione estetica e divertimento. La chiave è strutturare l’attività in modo intelligente e progressivo”.


Eppure, ogni giorno ci vengono proposte immagini di donne e uomini dai corpi scolpiti, al limite del naturale, ed esercizi miracolosi che promettono risultati da “7 chili in 7 giorni”, trascurando gli effetti che alcune scelte drastiche possono avere sulla nostra salute. Questo tipo di messaggio alimenta aspettative irrealistiche, propone stereotipi inarrivabili e un’idea insostenibile di attività fisica, che privilegia risultati rapidi a discapito di un approccio equilibrato e personalizzato, all’insegna del benessere a lungo termine. “L’attività fisica non dovrebbe essere considerata un rimedio temporaneo contro gli inestetismi del corpo ma una pratica di igiene personale, un integratore di benessere, un farmaco preventivo. Adottando un approccio terapeutico al movimento, l’allenamento diventerà un’abitudine imprescindibile, come lavarsi i denti. Tutti i corpi, indipendetemente dal sesso, dall’età e dalla predisposizione atletica, meritano la possibilità di migliorare il proprio stile di vita, bastano un tappetino, uno smartphone e 30 minutini di “Ginnastichina”, conclude Federica Accio.