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Alluvione, Bonaccini: commissario da Roma? Sarebbe meglio di no

Alluvione, Bonaccini: commissario da Roma? Sarebbe meglio di noBologna, 24 mag. (askanews) – L’Emilia-Romagna ha bisogno immediatamente di risorse da dare alle persone, alle famiglie e alle imprese colpite dall’alluvione, altrimenti “non ripartiamo”. Vista l’urgenza “è possibile che in questi tempi e con questo livello di dettaglio queste opere possano essere concordate, progettate, appaltate e realizzate da un commissario a Roma? Non mi interessa il nome e il cognome, sto ponendo un problema specifico”. E’ il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a interrogare i consiglieri regionali, durante il suo intervento in aula. Nel fare il bilancio sui danni causati dall’alluvione dei giorni scorsi, il governatore si sofferma sul tema che sta occupando il dibattito politico delle ultime ore: il nome del commissario per la ricostruzione che dovrà essere nominato dal governo. “Qualcuno pensa che si possa nominare commissario il presidente dell’Emilia-Romagna solo quando il paese intero è in emergenza come per il gas e c’è bisogno di fare il rigassificatore e, invece, fare diversamente sull’alluvione. Il problema non è Stefano Bonaccini, ma come diamo una risposta che sia la più efficace”.

Bonaccini affronta la questione nel dettaglio, annunciando un incontro a breve con il ministro agli Affari europei per discutere dei fondi, una parte dei quali dovranno essere utilizzati per l’emergenza in Romagna. “Ci vedremo con il ministro Fitto e proveremo a trovare accordi – spiega Bonaccini -. Porterò con me le tabelle 2014-2020 per dimostrare quello può fare l’Emilia-Romagna: la spesa dei fondi europei programmati di 2,5 miliardi per gli anni 2014-2020 è stata impegnata tutta al 98% già alla fine del 2019 ed eravamo partiti un anno dopo perché le dimissioni di Errani”. “So bene cosa vuol dire essere commissario perché lo sono da 9 anni e ne avrei fatto volentieri a meno – ha proseguito -. E sono commissario anche per il rigassificatore perché me l’ha chiesto il governo, lo facciamo a Ravenna per il paese e non per noi. Prima il terremoto e poi la pandemia, ne avremmo fatto volentieri a meno di quello che è caduto. Potremmo far vedere che tra un mese avremo già impegnato un terzo della programmazione dei fondi europei 2021-2027 per circa 3,5 miliardi di euro. Non per fare i primi della classe”.

Quindi il rapporto con l’esecutivo: “Quante volte si è visto in questo paese parti politiche diverse – chiede Bonaccini – che stanno collaborando come stiamo facendo? Non è un messaggio positivo che dall’Italia arriva a tutta la politica, nazionale ed europea, rispetto a scontri che a volte tutti quanti abbiamo avuto e che in momenti così drammatici sarebbe bene tenere toni molto più pacati e civili?”. Per gestire l’emergenza in Romagna “serviranno molte risorse da spendere bene e presto” altrimenti “molti non riapriranno più la loro attività o vedranno andare dissipato il patrimonio di una vita che avevano accumulato con anni di fatica e di lavoro”. Quindi “indipendentemente da chi sarà il commissario, quelle risorse debbono arrivare direttamente nelle casse delle famiglie e delle imprese altrimenti non ce la faranno più”. E poi interventi sulle strade e sulle infrastrutture: “Dobbiamo fare queste cose prima dell’autunno altrimenti un evento ordinario potrebbe rimetterci nei guai per quello che è accaduto”. Da qui la domanda retorica: “E’ possibile che in questi tempi e con questo livello di dettaglio queste opere possano essere concordate, progettata, appaltate e realizzate da un commissario a Roma?”. In aula il governatore porta come esempio il lavoro svolto per la ricostruzione post-sisma 2012 che provocò 12 miliardi di danni: “tutti insieme siamo riusciti a fare una ricostruzione che non ha eguali e precedenti nella storia del paese. Abbiamo ricostruito praticamente tutto, abbiamo restituito”.

“E’ per questo che in genere commissario viene nominato il presidente di Regione, come stanno dicendo i colleghi del centrodestra Zaia, Occhiuto, Toni e Fedriga – ha ricordato Bonaccini -. Non li voglio tirare in ballo per fare polemica politica, non me ne frega. Voglio che a quelle persone che hanno subito questi danni devastanti il prima possibile chi ha la responsabilità di rifondare lo faccia”. E ancora: “Ci dobbiamo occupare delle nostre comunità e non degli equilibri politici sulle nomine. Come avete visto io col governo ho collaborato fin dal primo giorno, perché nella mia cultura vale in generale e vale tanto di più quando siamo nel dramma e nell’emergenza. Abbiamo un solo obiettivo: dare le migliori risposte alla popolazione colpita nel minor tempo possibile. Per questo ho chiesto al governo, al mio partito, di collaborare nell’interesse della Romagna”.