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Ambiente, presentato il nuovo Rapporto sul green “Made in Italy”

| Redazione StudioNews |

Ambiente, presentato il nuovo Rapporto sul green “Made in Italy”Roma, 17 ott. (askanews) – I processi di transizione ecologica nel nostro paese, l’economia circolare e il consumo sostenibile. È sul tema della sostenibilità il Terzo Rapporto realizzato dal Centro di Ricerca sul Made in Italy dell’Università degli Studi Internazionali di Roma – Unint curato dalla professoressa Giada Mainolfi e presentato al Centro Studi Americani. Le ricerche condotte evidenziano come le aziende italiane mostrino una significativa attenzione per la tecnologia green e che le imprese più orientate ad investimenti ecosostenibili sono anche quelle più dinamiche sui mercati internazionali. Oltre 530 mila le aziende che nel quinquennio 2017-2021 (ultimi dati disponibili) hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green. Ma ben nove imprese su dieci in Italia non risultano ancora in regola con i criteri di sostenibilità e impatto sociale. In realtà, però, l’80 per cento dei consumatori italiani considera importanti le politiche di sostenibilità delle aziende anche quando acquistano su canali online. Le ricerche emerse dal Rapporto mostrano l’accresciuta sensibilità e preoccupazione ambientale dei consumatori italiani, che però non sempre si tramutano in scelte di consumo concretamente green. Maria Enrica Danese, direttrice Institutional Communications, Sustainability Projects & Sponsorship della Tim, dopo aver spiegato come la sua azienda sia riuscita a non aumentare il costo delle bollette nonostante il caro energia avendo investito in modo lungimirante in fonti rinnovabili, ha sostenuto “che la sostenibilità non è mai un costo ma una opportunità, un modello economico vincente su cui occorre investire in termini di formazione e nuove competenze”.  Alfio Fontana, CSR Manager di Humana People to People Italia, una Ong che raccoglie e recupera abiti usati e la cui rete internazionale nel 2022 ha gestito 21 milioni di chili di capi di abbigliamento, ha affermato: “I nostri negozi sono una fonte di utili con i quali finanziamo progetti sociali, ma rappresentano anche dei touchpoint per trasferire sensibilità e consapevolezza sul tema della sostenibilità”. Una riflessione che conferma quanto emerge dal Rapporto, ossia che l’ambiente di acquisto è il luogo in cui si decide la transizione green del consumatore.