Anicav: 75% conserve pomodoro bio vanno all’estero, annata 2024 in crescita
Anicav: 75% conserve pomodoro bio vanno all’estero, annata 2024 in crescitaMilano, 9 ott. (askanews) – Negli ultimi anni in Italia in media oltre l’8% degli ettari di pomodoro messi a coltura è stato destinato a biologico mentre la produzione ha rappresentato circa il 7% del totale del pomodoro trasformato. Dopo un 2023 caratterizzato da calo di produzione, in particolare nel bacino Nord dovuto essenzialmente alle avverse condizioni climatiche che hanno causato una importante riduzione delle rese agricole, la produzione 2024 è stata contraddistinta da un’ottima qualità del prodotto biologico per cui si stima una crescita della produzione. A diffondere i dati l’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali (Anicav) che proprio in questi giorni partecipa alla Nordic organic food fair, la più grande fiera di settore del nord Europa in corso a Stoccolma fino al 10 ottobre, nell’ambito del progetto “Red gold from europe – your organic and sustainable choice!”.
L’impegno di Anicav è quello di promuovere le conserve di pomodoro biologico valorizzandone le principali caratteristiche di sostenibilità, salubrità e gusto. Le conserve bio rappresentano, infatti, una produzione importante per la filiera del pomodoro da industria, anche in virtù della crescente consapevolezza dei consumatori verso la qualità dei prodotti che portano in tavola e la tutela dell’ambiente. Una tendenza evidente soprattutto nell’area nord europea e in particolare nei quattro Paesi target del progetto: Svezia, Germania, Olanda e Danimarca. “La Nordic organic food fair è certamente una grande vetrina internazionale per la valorizzazione dei nostri prodotti di eccellenza apprezzati in tutto il mondo – dichiara Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav – Circa il 75% delle produzioni italiane di pomodoro biologico è destinato alle esportazioni. Con questo tipo di attività puntiamo a promuoverne ancora di più il consumo incrementando ulteriormente la quota di mercato nei quattro paesi target. Anche il trend di consumo interno fa registrare una crescita ma sappiamo che la sfida del futuro sarà promuovere le produzioni bio tra i consumatori più giovani puntando su driver molto precisi, tra cui la fiducia nei processi di certificazione con conseguente aumento delle vendite, che a sua volta genererebbe un’auspicabile riduzione dei costi. Sarà, quindi, fondamentale porre in essere, anche con il coinvolgimento del Masaf, azioni di sostegno finalizzate allo sviluppo di un consumo sempre più consapevole”.